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MEGLIO OGM
FREE? NO! |
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chi non li vuole uccide il "made in
Italy" |
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«Il cibo
naturale non è mai stato naturale. E nessun
prodotto tipico è tipico.
I verdi non
capiscono ciò che era già chiaro a Giacomo
Leopardi nel 1824»
«O
l’agricoltura sarà geneticamente modificata
o non sarà»
E' quanto
afferma il
professor Francesco
Sala, biotecnologo vegetale. E prosegue:
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«I prodotti tipici non so- no mai stati
tipici e il NATURALE non è per nulla
naturale. Fermare gli Ogm significa
cancellare il made in Italy. È come se si
costringesse la Fiat a costruire auto prive
di tutto ciò che è stato inventato negli
ultimi 30 anni, dall’Abs al navigatore
satellitare. Gli anti Ogm questo stanno
facendo: uccidono l’agricoltura italiana,
che o sarà geneticamente modificata o non
sarà. Lavorano - senza saperlo, mi auguro -
proprio per le multinazionali che affermano
di combattere, come la Monsanto, e anche per
la lobby chimica che impesta l’ambiente di
insetticidi, fungicidi, diserbanti,
fertilizzanti. Stanno ripetendo l’errore
compiuto nel 1948, quando gli avversari
dell’innovazione andavano nel bresciano a
bruciare le coltivazioni dei loro colleghi
che avevano messo a dimora il mais ibrido
F1, lo stesso con cui oggi si prepara
l’ottima polenta che piace tanto al ministro
Zaia» (contrario agli OGM). |
A favore del professor Sala depone il
curriculum: laureato due volte (farmacia e
scienze biologiche), è stato il primo in
Italia, fin dal 1980, a occuparsi con
sistematicità degli organismi geneticamente
modificati, per 13 anni al Cnr (Consiglio
nazionale delle ricerche) e poi insegnando
botanica generale e biochimica vegetale
all’Università di Par- ma e alla Statale di
Milano. In cattedra fino al 2008, ha diretto
i tre orti botanici del capoluogo lombardo e
a 71 anni continua le sue sperimentazioni in
quello di Cascina Rosa. È responsabile di un
progetto di ricerca Italia-Cina, finanziato
dal ministero dell’Ambiente, sulla sicurezza
ambientale delle piante Ogm. Con le
modifiche genetiche ha aiutato i cinesi a
sconfiggere gli insetti parassiti del riso e
del pioppo. Loro si sono sdebitati
nominandolo
guest professor
della Chinese academy of forestry di Pechino
e docente ad honorem della Nanjing forestry
university di Nanchino. |
Che cos’è un Ogm?
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«Un organismo in cui è stato introdotto
stabilmente un frammento di codice genetico
isolato da un altro organismo vegetale».
«Ribadisco: al 100% vegetale. Il resto è
fantasia. Vero che fra uomo e scimmia vi è
solo una differenza genetica dell’1,64% e
che uomo e pianta hanno il 40% dei geni in
comune. Ma sarebbe difficilissimo e
costosissimo cercare altrove ciò che già si
può trovare nel Dna delle piante. E comunque
guardi che vegetale non è sinonimo di sano.
Le faccio un esempio. Il basilico appena
spuntato contiene metil-eugenolo, una
sostanza estremamente cancerogena. Quindi
chi volesse prepararsi un pesto alla
genovese strappando le foglioline da una
pianta alta 2-3 centimetri si esporrebbe a
gravi rischi, visto che contiene 600 volte
la dose massima consentita dalla farmacopea
degli alimenti. Nel basilico alto 10
centimetri sparisce il metil e resta solo
l’eugenolo, che è innocuo». |
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«Nel mondo (mentre la nostra ricerca è
bloccata) oltre 3 miliardi di individui
producono e mangiano Ogm e 7 dei 27 Paesi
dell’Unione europea li coltivano, la Spagna
addirittura da un decennio».
«I verdi (che
dicono di difende il cibo naturale) non
sanno di che parlano. Il pomodoro del loro
orto è il risultato della ricerca fatta
nell’ultimo secolo dai genetisti agrari
italiani, che erano all’avanguardia nel
mondo. Ficchiamoci bene in testa un
concetto: le piante che crescono spontanee
sono una cosa, quelle coltivate un’altra.
Persino Giacomo Leopardi, nelle
Operette morali, anno 1824, scriveva
che "una grandissima parte di quello che noi
chiamiamo naturale, non è, anzi è piuttosto
artificiale" e citava "i campi lavorati, gli
alberi e le altre piante educate e disposte
in ordine". I verdi questo non lo capiscono.
Loro sostengono che siccome in Italia
c’erano 400 qualità di mele, mentre adesso
se ne contano tre o quattro, gli Ogm
sarebbero il colpo di grazia alla
biodiversità».
«Ero riuscito a salva- re il melo della
Val d’Aosta, coltivato fin dal Medioevo e
decimato dal maggiolino
Melolonta melolonta
che si ciba delle sue radici. Avevo
introdotto nell’apparato radicale un gene
che rendeva la pianta immune dal coleottero.
Solo la radice, badi bene, era Ogm. Il
tronco e il frutto non contenevano nessun
gene esogeno. Niente da fare: le hanno
considerate mele Ogm e quindi proibite».
«Il consumatore compra solo le golden
delicious e le red stark col bollino, che
però subiscono 34 trattamenti chi- mici
l’anno per risultare così belle e così sane.
Si torna al punto di partenza: i prodotti
tipici non sono affatto doni della natura.
Il grano duro, il riso Carnaroli, la vite
Nero d’Avola, il pomodoro San Marzano, il
basilico ligure, la cipolla rossa di Tropea,
il broccolo romanesco sono stati ottenuti
con gli incroci e con la mutagenesi sui
semi. La quale si fa con mutageni fisici,
tipo le radiazioni nucleari e i raggi gamma,
o chimici, tipo l’etil-metan-sulfonato e
l’acido nitroso, che sono cancerogeni».
«L’agricoltura è sempre stata protesa ad
aumentare la produttività e a migliorare la
qualità. Ma le varietà coltivate non durano
in eterno. Vengono attaccate dai parassiti:
funghi, batteri, virus, insetti. Oggi il 25%
del raccolto di Carnaroli, il riso più
pregiato, viene distrutto dal
Magnaporthe grisea, un fungo
che aggredisce foglie e pannocchia.
Basterebbe inserire un gene che gli
conferisca resistenza all’attacco fungino.
Una celebrità nazionale come il San Marzano,
indispensabile su spaghetti e pizza,
rappresentava il 20% della produzione di
pomodoro in Campania. Un virus l’ha
distrutto. Oggi è sceso a meno dell’1%.
Prima dei divieti del 1999 era stato
sperimentato in campo un ottimo San Marzano
Ogm che resisteva al virus. Si poteva
salvarlo».
«Niente a confronto con quello che è
accaduto al golden rice, il riso Ogm del
professor Ingo Potrykus, un mio caro amico
tedesco che presentai a Papa Wojtyla e che
ora siede nella Pontificia accademia delle
scienze. Contiene la provitamina A che
diventa Vitamina A nel corpo umano.
Mangiandolo, milioni di bambini africani
potrebbero salvarsi dalla cecità. Ma i
fondamentalisti di Greenpeace lo bloccano da
dieci anni. Ingo ne ha 76. "Prima di morire,
spero di vederlo in produzione", mi ha
detto. A un convegno ho chiesto a uno dei
caporioni di Greenpeace per quale motivo
fosse contrario. La risposta è stata: "Se
apriamo a un Ogm, poi passano tutti". Non
gliene fregava niente che fosse un riso
sicuro».
«Non vi è un solo studio al mondo che
documenti un presunto danno arrecato dagli
Ogm. E per studio intendo la pubblicazione
dei dati su una rivista scientifica
qualificata, la loro discussione e la loro
riproduzione in altri laboratori. Le rare
ricerche che paventavano un qualche rischio
non hanno mai superato il successivo stadio
di validazione».
«Aggiungo che nel 2001, dopo 15 anni di
studi costati 70 milioni di euro, l’Unione
europea ha emesso una nota ufficiale nella
quale si afferma che l’indagine svolta da
400 gruppi di ricerca pubblici "non ha
mostrato alcun nuovo rischio per la salute
umana o per l’ambiente", semmai "diventano
sempre più evidenti i benefici di queste
piante". Il 93% della soia importata in
Italia è Ogm, per cui latte, parmigiano
reggiano, grana padano, prosciutto crudo di
Parma, salumi e carni già adesso provengono
da animali alimentati con soia geneticamente
modificata. Allora perché rinunciare a una
vite Ogm con un alto contenuto di
resveratrolo, sostanza naturale che combatte
l’aterosclerosi e protegge il cuore? Invece
ci beviamo insieme col vino una spremuta di
antiparassitari. Il futuro del cibo
biologico è solo negli Ogm».
«È dal 1945 che i contadini italiani
comprano la semente dell’ibrido F1 dalla
Monsanto piuttosto che dalla Syngenta. Mica
per altro: produce il 30-40% di mais in più.
I semi Ogm potrebbero benissimo provenire
dalle università italiane, senza dover
dipendere dall’estero. Io ci ho parlato con
Hugh Grant, presidente della Monsanto. Mi ha
spiegato che a loro interessano solo mais,
soia, cotone e orzo Ogm, neanche il riso,
perché, nonostante 3,8 miliardi di asiatici
lo mangino, i volumi di esportazione sono
troppo bassi».
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«Infatti sono stati i nostri laboratori
di ricerca molecolare a produrre e a
sperimentare in campo 24 spedi vegetali Ogm
resistenti a insetti, erbicidi, funghi e
virus - dalla patata al ciliegio, dalla
melanzana alla fragola - ai quali la
Monsanto non sarà mai interessata. La verità
è che le multinazionali traggono profitti
enormi dal blocco degli Ogm in Europa,
perché in questo modo possono capitalizzare
i risultati delle loro scoperte e non devono
confrontarsi con la ricerca pubblica. Quindi
se io Hugh Grant darei un premio al
presidente della Fondazione diritti
genetici, Mario Capanna, contrarissimo agli
Ogm, che di fatto è il suo miglior alleato.
Anche se fossi presidente della Bayer darei
un premio all’ex sessantottino come
Benemerito della chimica in agricoltura. Le
statistiche parlano chiaro: gli unici Paesi
dove da 10 anni sta diminuendo l’uso di
fitofarmaci sono quelli che hanno introdotto
gli Ogm. Viceversa dove gli Ogm sono
proibiti, il commercio di veleni è in
costante crescita».
«I dati che ho io dicono che il 50%
degli agricoltori è contro gli Ogm e il 50%
è pro, se non altro perché un ettaro di mais
Ogm rende 266 euro in più. A parte questo,
una ricerca promossa da Gianni Alemanno,
all’epoca ministro dell’Ambiente, avversario
degli Ogm, dimostra che il polline del
granoturco vola al massimo fino a 20-30
metri. Basterebbe una distanza di sicurezza
di 50 metri per evitare qualsiasi
commistione. Il polline di riso ha due ore
di vita e non va oltre i 40 centimetri. Il
camminamento fra una risaia e l’altra già
impedirebbe lo scambio».
L’Eco di Bergamo
ha lanciato un sondaggio on line sul
tema: «Mangeresti la polenta Ogm?».
Fino a
ieri avevano votato in 1.487. SI 67%, NO 33%».
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SI AGLI OGM |
lettera pubblicata da da Libero il 7/3/2010 |
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oggi ho visto una
inchiesta al TG dove venivano intervistati
dei clienti di un mercato ortofrutticolo.
Veniva loro chiesto che cosa sono gli OGM.
Quasi nessuno lo sapeva spiegare, ma in
linea di massima erano comunque contrari.
Eppure la risposta era
molto semplice: tutti i prodotti esposti,
frutta e verdura, sono prodotti
geneticamente modificati. I prodotti
cosiddetti naturali sono quelli selvatici,
che come tutti sanno, danno scarso
nutrimento e sono pure malaticci.
Se non ci fossero state
le mutazioni genetiche fatte dall’uomo, oggi
probabilmente il genere umano si sarebbe già
estinto per fame. Anche coloro che sono
contrari agli OGM mangiano quotidianamente
alimenti vegetali modificati dall’uomo. Ciò
che oggi troviamo in tavola è frutto di
manipolazioni centenarie che hanno
cominciato con incroci ed innesti per
passare a trattamenti chimici ed approdare
ai giorni nostri alle modificazioni
genetiche in laboratorio.
Quindi niente di nuovo,
solo un processo più attuale e controllato.
Voglio ricordare che dal 1948 in Italia si
coltiva il mais ibrido, ovvero manipolato e
modificato geneticamente.
Ora i grandi difensori
del nostro patrimonio ortofrutticolo
rischiano di farci arrivare alla stessa
situazione dell’energia nucleare. Gli altri
la producono e noi la comperiamo a caro
prezzo.
Ora che l’Europa ha
autorizzato la coltivazione di una patata
OGM per farne mangime si sta diffondendo il
panico. Ma dov’è la novità? Già da anni
importiamo una soia geneticamente modificata
per l’alimentazione degli animali da
allevamento.
Per cui latticini,
insaccati e carni già adesso provengono da
animali alimentati con OGM.
Mi piacerebbe quindi fare
una domanda ai difensori del cosiddetto
“naturale”. Che cosa significa
naturale?
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NOTA: In Europa la
diffusione della coltivazione della patata
fu lenta, influenzata da una diffidenza nei
confronti di ciò che "cresce sottoterra"
fino ad arrivare ad affermare che il consumo
diffonda la lebbra ed ad asserire che si
tratta di "cibo flatulento". La decisione
poi di costringere i galeotti o i soldati ad
alimentarsi di patate, perché a disposizione
a buon prezzo, non fu un buon viatico a
considerare le patate un cibo di qualità, ma
contribuì alla sua diffusione ed alla sua
accettazione come alimento sano e nutriente.
E’ evidente che allora il giudizio fu
influenzato dall’ignoranza che, considerati
i tempi, era del tutto giustificabile.
Adesso ci troviamo con un’altra ferma
opposizione alla patata GM ed il giudizio
negativo sembra derivi ancora
dall’ignoranza, ora però meno
giustificabile. |
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