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...chi può darti di ... meno? |
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A norma dell'articolo 45 della
Costituzione
la Repubblica riconosce la
funzione sociale
della cooperazione a carattere di
mutualità e
senza fini di
speculazione
privata. La cooperativa è un'impresa - in
forma di società - nella quale il fine e il
fondamento dell'agire economico è il
soddisfacimento dei bisogni della persona
(il socio): alla base della cooperativa c'è
dunque la comune volontà dei suoi membri di
tutelare i propri interessi di consumatori,
lavoratori, agricoltori, operatori
culturali, ecc. L'elemento distintivo e
unificante di ogni tipo di cooperativa - a
prescindere da ogni altra distinzione
settoriale - si riassume nel fatto che,
mentre il fine ultimo delle
società di capitali
diverse dalle coop è la realizzazione del
lucro e si
concretizza nel riparto degli utili
patrimoniali, le cooperative hanno invece
uno scopo mutualistico, che consiste – a
seconda del tipo di cooperativa -
nell'assicurare ai soci il lavoro, o beni di
consumo, o servizi, a condizioni migliori di
quelle che otterrebbero dal libero
mercato.
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PIÙ DI OTTO MILIONI DI SOCI |
Un colosso da oltre 50 miliardi di fatturato |
Era finita nell’occhio del ciclone nel 2005,
l’anno delle tentate scalate alle banche.
Legacoop,
la capofila delle cooperative rosse in
Italia, era dietro il blitz della
controllata Unipol
alla Bnl. L’operazione non andò in porto,
dopo la discesa in campo della magistratura
che bloccò l’operazione. L’intervento a
gamba
tesa delle coop rosse nella finanza suscitò
non poche polemiche: i detrattori accusavano
il colosso bolognese di sfruttare i benefici
fiscali - attribuiti alle coop - di
concorrenza
sleale, rispetto ad altri attori “costretti”
a pagare
le tasse per intero.
La bufera è passata, così il gruppo guidato
da
Giuliano Poletti è tornato alle origini:
raccogliere
i risparmi dei soci per investire in
grande distribuzione e immobiliare. I numeri
sono sempre da capogiro: otto milioni e
passa di soci, con un giro d’affari attorno
ai
50 miliardi e quasi 500mila occupati in
tutta
Italia.
Oggi il sistema Coop è costituito da 124
cooperative
di consumatori, di diversa dimensione
(9 grandi, 14 medie e 101 piccole) e
diffusione
territoriale (le grandi Coop sono
interregionali,
mentre le piccole operano a livello
di frazioni comunali), giuridicamente e
operativamente autonome, associate a livello
interregionale (nei distretti) e nazionale
(in ANCC-Coop): un unico marchio,
riconosciuto
da tutti i consumatori, che si inserisce
nel podio degli attori economici italiani. |
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COOP
CONTRO DIPENDENTI |
gennaio 2011 |
Manca ancora
soltanto la fustigazione |
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La Coop ha dato il via al nuovo modello di
relazioni sindacali. Il contratto
nazionale di lavoro è stato seppellito senza
clamori, con il silenzio della Fiom, senza
chiamare in causa i diritti dell’uomo. A
Ferrara si leggono manifesti come questi:
«La Coop vuole introdurre la “Pagellina”.
Una scheda di valutazione individuale, a
completa discrezione del capo negozio, che
comporterà l’elargizione del salario
variabile solo per alcuni. Con questa
operazione si consegue un elevato risparmio
economico e un controllo sul monte salari
erogato». A Firenze la Coop sta pensando
di creare un bad company dove far confluire
i punti vendita meno redditizi. Sono
diciassette negozi. O i lavoratori accettano
di cambiare punto vendita, o verranno
riassunti dal nuovo gruppo con contratti
peggiori. I liberali nell’Ottocento
stavano a sinistra. Combattevano i padroni
delle ferriere. Forse, quei padroni, erano
gli antenati di quelli che oggi dicono: la
Coop sei tu. |
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CIGL
CONTRO COOP |
gennaio 2011 |
"basta sfruttare il lavoro dei
cinesi" |
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Il sindacato denuncia appalti a una società
che utilizza lavoratori orientali a 4,50
euro all'ora con un contratto pirata. Stiamo
parlando della Coop Adriatica che sfrutta
indirettamente i lavoratori cinesi. Secondo
la GCIL Emilia Romagna "anche in Coop la
dignità dei lavoratori ed il rispetto dei
contratti nazionali sono un optional".
Questi i fatti: la Coop Adriatica
utilizzerebbe quotidianamente le fornitura
della ditta Melograno, che fornisce verdura
fresca, la quale appalta la produzione ad
un'altra cooperativa, la Coop Work Group di
Rimini, che occupa 80 soci lavoratori cinesi
ai quali non viene applicato il contratto
nazionale di lavoro. Secondo la CGIL
questi lavoratori percepiscono 4,50 euro
all'ora poiché viene applicato un contratto
"pirata" siglato da sindacati autonomi e l'Unci,
associazione di cooperative costituita
appositamente per derogare le norme
contrattuali. Ed aggiunge: "prima ci si
riempie la bocca di responsabilità etica e
sociale e poi si permette che sul mercato
possano operare impunemente soggetti come
Melograno e Work Group". |
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Niente di nuovo: la Coop sfrutta i
cinesi da oltre 20 anni |
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In realtà la Coop sfrutta il lavoro sotto
pagato dei cinesi da oltre 20 anni.
All'epoca ero fornitore di alcune Coop
dell'Alta Italia (Adriatica compresa) ed in
tale occasione sono venuto a sapere che
tutto il tessile, gestito dalla sede
centrale di Firenze, veniva fatto realizzare
in Cina, dove venivano inviati tessuti,
cerniere, bottoni e tutto ciò che serve per
confezionare camicie e vestiti. Forse i
dirigenti Coop non sapevano che in Cina
venivano fatti lavorare gli operai con
stipendi da fame? Ne dubito. |
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COOP
FAVORITA DAL COMUNE DI LIVORNO |
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È storia di questi giorni ma è storia
vecchia. In Toscana, regione rossa per
eccellenza, i supermercati Esselunga non
possono lavorare. E così per l’acquisto
di 41000 metri quadrati di un terreno
destinato all’area commerciale, il cui
proprietario è l’armatore Marcello Fremura
già in accordo con il Comune livornese per
gestire l’operazione di destinazione del suo
terreno (appartamenti e uffici oltre alla
zona commerciale), la Coop offre 30 milioni
di euro. Caprotti, il patron di
Esselunga, il 9 aprile 2010, ne offre 40.
Ma inspiegabilmente il 1° luglio la Coop
il comune firma il rogito con la Coop. |
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Forse non è proprio inspiegabile dal momento
che il comune è gestito da una giunta di
sinistra. L’amministratore delegato di
Unicoop Tirreno due anni fa aveva
dichiarato: «Siamo determinati a non
lasciare spazio a nessun concorrente in
Toscana», e un anno dopo aveva detto:
«L’importante è che non si insedi la
concorrenza». Un altro dirigentissimo
della società, pochi mesi or sono, aveva
ribadito: «Livorno è nostra». Solo
avvertimenti o siamo già all'intimidazione?
Alla faccia delle regole del libero mercato,
alla faccia delle lezioncine di economia che
da sinistra si sprecano contro il governo; e
alla faccia dell’onestà che i compagni
rivendicano continuamente per se stessi,
gabellandosi come moralmente migliori degli
altri. |
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LA COOP TI SPIA |
gennaio 2010
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Telecamere nascoste, intercettazioni
ambientali per ascoltare i dipendenti, audio
e dossier sui lavoratori |
di
GIANLUIGI NUZZI
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Direttori di supermercati, manager,
sindacalisti e poi giù sino a cassieri e
persino i magazzinieri. Emerge una nuova
inquietante
vicenda di microspie nei
luoghi dove si lavora. In diverse coop
in Lombardia sono state piazzate telecamere
nascoste e sistemi di registrazioni
audio per spiare i movimenti,
le parole, i segreti, la vita privata di
decine e decine di dipendenti. Occhi
nascosti,piazzati negli uffici, nei box
office, nei punti vendita, persino
ai piani nobili della direzione
centrale di Coop Lombardia.
Ma non solo filmati sui dipendenti.
Venivano installati
anche impianti di intercettazione
nei centralini dei supermercati
che registravano ogni
telefonata. Centinaia e centinaia
di conversazioni che venivano
ascoltate, filtrate e vagliate.
Da quelle innocenti sull’influenza dei figli
di qualche dipendente
sino alle storie di
amori e amanti tra colleghi, di
scontri tra cordate avverse di
manager.
Libero
ha raccolto
prove di quanto accaduto. Ha
sentito quasi un migliaio di file
audio, visionato decine di filmati
girati da telecamere nascoste
in numerosi punti vendita.
Il materiale inevitabilmente
sarà a disposizione
dell’autorità giudiziaria che
vorrà valutare la rilevanza penale
di quanto accaduto, sempre
che qualche inchiesta non
sia già avviata. Individuare chi
ha autorizzato, organizzato e
predisposto questo monitoraggio
sui dipendenti delle coop.
Da quanto
Libero
è in grado
di ricostruire l’idea di monitorare
l’attività dei dipendenti
con ricognizioni audio e video
risale agli inizi del 2004.
All’epoca, da quanto affermano
tre diversi testimoni, l’allora responsabile
sicurezza di Coop
Lombardia, Massimo Carnevali,
avrebbe contattato un’azienda di
intercettazioni dell’hinterland milanese per
predisporre
un progetto pilota affinché
tutte le conversazioni venissero
registrate. L’idea di partenza
era quella di estendere
poi l’iniziativa a tutti i 50 punti
vendita della regione. In modo
che rimanessero custodite tutte
le conversazioni che passavano dai
centralini.
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Unicoop Firenze già condannata:
controllava illegalmente i lavoratori |
di
FILIPPO MANFREDINI |
C’erano già cascati, in
questa
storia dei controlli illegali alle spalle
dei lavoratori. Con tanto di condanna.
Pronunciata dalla Corte d’Appello di Firenze
giusto lo scorso novembre,
dopo la causa intentata da due
vittime delle “spiate”, cui i giudici in
primo grado avevano dato torto. Risultato
ribaltato nel secondo grado
di giudizio: in sostanza, il Tribunale
toscano ha stabilito che il sistema di
videoterminali collegati in radiofrequenza
utilizzato da Unicoop Firenze
violava l’articolo 4 dello statuto
dei lavoratori. In questo modo, infatti,
i dipendenti venivano controllati
illegittimamente e a loro insaputa. In
particolare, si tratta di quelli occupati
nel magazzino di Scandicci, incaricati
di caricare su camioncini e furgoni
la merce da inviare ai punti
vendita.
Il sistema in questione si basava
su particolari sensori elettronici
installati
sui grandi carrelli, quelli per
mezzo dei quali la merce veniva
spostata dagli scaffali ai mezzi di
trasporto.
Sensori che inviavano informazioni
a un videoterminale - vale a
dire un computer - attraverso il quale
la direzione del magazzino era in
grado di tenere sotto controllo i movimenti
dei prodotti: il lavoratore
azionava il sensore sfiorandolo con
un badge, e così era possibile anche
accoppiare una determinata operazione
a una persona precisa.
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E Bersani tace |
di
FRANCO
BECHIS |
Pier Luigi Bersani non ha nulla da dire
sugli spioni delle Coop. Non una parola
per smentire, non una per spiegare i suoi
incontri con gli imprenditori della security
incaricati di spiare i dipendenti di
Coop Lombardia. Nulla da dire su quanto
raccontato da Libero anche sui suoi
successivi
incontri rivelati da Gianluigi Nuzzi
con esponenti di primo piano del mondo
della Coop. Eppure una risposta è quanto
mai urgente. L’attuale segretario del Pd
era o no a conoscenza del sistema illegale
di spionaggio dei dipendenti della Coop?
Questo è stato o no il contenuto dei
colloqui
avuti con i due imprenditori che
avevano in appalto il sistema di sicurezza
dei supermercati? E dopo quei colloqui
ce ne sono stati altri sulla stessa materia
fra Bersani e i massimi dirigenti
della Lega coop? Che cosa
ha fatto il futuro segretario del
Pd? Ha cercato di verificare
con loro i fatti e poi invitato
tutti a identificare i responsabili
e denunciarli alla magistratura?
C’è qualcuno che invece
ha pensato fosse meglio
lavare i panni sporchi in famiglia,
più attento ad evitare
uno scandalo che rischiava di
diventare politico che ai diritti
di quei lavoratori calpestati in
modo così clamoroso?
Bersani oggi tace e identico
silenzio forse imbarazzato sta
gelando i suoi. Tutti zitti perfino
di fronte alla levata di
scudi della Cgil che almeno
non ha venduto a superiori
ragioni politiche la sua missione
principale, quella di difendere
i diritti dei lavoratori.
Questo silenzio del segretario
del Pd è francamente inspiegabile.
Perché la vicenda degli
spioni Coop in Lombardia
non è un piccolo caso di cronaca
archiviabile come la polemichetta
del politico di turno.
Basta leggere nell’edizione di oggi qualche
passaggio
dei file che contengono, oltre
alle immagini rubate, le telefonate
intercettate a cassiere,
magazzinieri e altri dipendenti
dei supermercati. Colloqui
evidentemente privati,
anche personalissimi come
quelli a luci rosse che oggi Libero
è in grado di rivelare. Sono
contenuti insieme ai file di
telefonate dove - come può
accadere in privato- si sparla
di questo o quel dirigente, si
esprimono le proprie idee
magari assai diverse da quelle
del manager o del datore di
lavoro.
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LAVORARE CON LA COOP?
MEGLIO DI NO! |
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Riporto l'esperienza di un
imprenditore che pensava di "sistemarsi" con
la Coop |
novembre 2009 |
Sono presidente di una
holding che consta, anche, di una srl, oggi
in liquidazione, che per quattro anni ha
avuto il privilegio (dispiacere) di essere
annoverata tra i
fornitori ufficiali Coop.
Nonostante il miraggio dei
volumi commerciali auspicati da Coop ho
avuto, con i miei soci, il buon senso di non
abbandonare la tipologia di mercato che ha
permesso la creazione dell'azienda di
famiglia e
il suo sviluppo attraverso tre
generazioni (io faccio parte della terza).
Abbiamo così differenziato la nostra
attività "isolando" in una newco,
appositamente creata, la fornitura Coop.
Premesso che confermo
tutto quello che ho letto
sullo"sfruttamento" delle Coop, preciso che
esso non è solo limitato ai dipendenti che
si muovono nelle strutture dei negozi o
ipernegozi ma si estende, anche, a tutte le
tipologie dei fornitori.
Con la mia azienda mi sono
adeguato a tutti i parametri che Coop
richiedeva (e vi assicuro che in alcuni
settori come quello del fresco rispettare
tutte le loro richieste assicura solo la
loro "legalità" e costa solo ai fornitori)
in cambio solo di un "tira e molla"
commerciale che nel settore in cui mi muovo
non permette nessun tipo di programmazione.
Nessun contratto a
garanzia. Lavori programmati e pagati in
anticipo andati persi nel niente, magari per
l'incapacità di qualche responsabile Coop
messo lì senza nessun tipo di
specializzazione per chissà quali canali o
motivi. Ho visto crollare intere filiere di
produttori agricoli incappati nelle maglie
della grande distribuzione con la promessa
che la loro intera produzione sarebbe stata
messa in risalto e onorata per quello che
valeva, strappandola ai mercati generali di
commercializzazione cittadina che da sempre
assorbivano i loro prodotti pagandoli in
base al loro effettivo valore.
La fine della storia?
Io ed i miei soci dopo
anni di gastriti e dolori addominali e ore
di sonno perse per rispettare le regole Coop
ci siamo visti privare dell'intera fornitura
senza una motivazione né scritta né verbale,
semplicemente non inviando più nessun ordine
di fornitura che nel nostro settore era
giornaliero, in concomitanza di questo
venivano alternati i piccoli vertici della
Coop regionale che avevano improvvisamente
deciso di cambiare fornitori.
Il mio pensiero va adesso
ai commercianti, che conosco, che invece di
differenziare il loro lavoro tra piccola,
media e grande distribuzione,anni fa si
gettarono a corpo morto con tutte le loro
risorse nel miraggio Coop e che, oggi,
possono solo ricordare la denominazione
sociale dell'azienda che avevano.
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L'AQUILA SENZA COOP? |
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La Coop sei tu, ma non se sei un
terremotato abruzzese |
luglio 2009 |
Non è giustificabile in alcun modo la
scelta della Coop Centro Italia, che ha
annunciato la chiusura dei tre punti vendita
della città, mettendo in mobilità 90
dipendenti, ai quali esprimo la piena
solidarietà. La motivazione è scandalosa:
l'esproprio dei terreni dove sarebbe dovuto
sorgere un ipermercato della stessa azienda,
per la realizzazione dei moduli abitativi
per chi è rimasto senza casa, a causa del
terremoto. Innanzitutto, il Comune non
ha espropriato nulla. Inoltre, il terreno
acquisito dalla Protezione civile era da
sempre destinato a scopo sanitario e posto
all'ingresso della città, in uno dei punti
più caotici, dunque non certo da utilizzare
per un ipermercato. L'annuncio dei
licenziamenti è tanto più ingiustificabile,
se si considera che il centro vendita del
Torrione è agibile, mentre il supermercato
di L'Aquila-Pettino è risultato di tipo B (e
potrebbe quindi riaprire in uno-due
settimane). Per quanto riguarda la sede di
Pile, inizialmente classificata come E
(totalmente inagibile), la stessa proprio
questa mattina è stata rivisitata dai
tecnici della Protezione civile, alla
presenza dei vigili del fuoco - procedura
inusuale per tutti i sopralluoghi, ma
pretesa dalla Coop - è stato indicato come
B. E quindi anch'esso può riaprire in poche
settimane. Temo che, come accaduto con
la Transcom, nella fase del terremoto si
utilizzano i lavoratori come scudi umani,
umiliando persone già duramente colpite
dalla tragedia, per esercitare pressioni ora
sul Governo centrale, ora - come nel caso
Coop - sul Comune, per ricatti nel campo
urbanistico. Se è odioso che ciò sia fatto
da imprese private, trovo ancora più
esecrabile che questo comportamento sia
praticato da chi si richiama al movimento
cooperativo e che dietro a questi valori
sociali, storici e culturali, gode, tra
l'altro, di particolari privilegi nel nostro
Paese. Ancora una volta ribadisco che è
vero che siamo terremotati, ma tutti gli
aquilani esigono rispetto e non cedono,
nessuno, a cominciare dal Sindaco, ad alcun
tipo di ricatto. Massimo Cialente sindaco
dell'Aquila eletto con il PD |
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LA
FINANZIARIA |
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Sembra
sia stato scoperto dove finiscono i soldi |
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Uno dei dilemmi della
Finanziaria era quello di sapere perchè è
stata fatta da 30 miliardi quando ne
servivano 15. |
Sembra sia stato individuato uno dei canali
dove verrà fatta confluire parte del surplus
della Finanziaria |
Gli interventi a favore delle
COOP ROSSE
sono inseriti o meglio dissimulati nei 1300
commi di cui è composta. Eccoli. |
- Comma 331: Aumento dello spettro dei
vantaggi accordati in materia di detrazioni
IVA. |
- Cooperative agricole: variazione a loro
favore per il credito d'imposta. |
- Rinvio al 31.12.2007 dei termini per
adeguare le imprese alle nuove leggi di
settore. |
- Articolo 15: Alle cooperative sociali (Ipercoop
comprese) possono essere assegnati immobili
pubblici (palazzi, capannoni industriali) a
titolo gratuito. |
- Articolo 108: Agevolazioni
nell'ottenimento dei fidi con interventi nei
consorzi e nelle cooperative di garanzia. |
- Comma 883: Finanziamento e creazione di un
fondo consortile per il credito cooperativo. |
Il presidente della Lega delle cooperative
ha accolto favorevolmente tali iniziative
con un solo appunto sulle mancate esenzioni
ICI per i fabbricati delle cooperative e
sulla fiscalizzazione (esenzione) degli
oneri sociali per le imprese agricole. Siamo
certi che a breve saranno soddisfatte anche
queste legittime richieste....... |
Tutto ciò in aggiunta alle esenzioni
gia vigenti in materia di IRES (ex Irpeg). |
Certo fare l'imprenditore "normale" diventa
sempre più difficile. Perchè non fare una
bella COOPERATIVA? |
A proposito, sembra che questa manovrina
venga a costare uno di quei miliardini che
ci sfileranno dalle tasche. |
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ESSELUNGA |
|
COOP
vorrebbe assorbire l'Esselunga |
|
L'ipotesi che Esselunga
venga venduta ad una società straniera
preoccupa molto la presidenza di COOP
perchè, secondo loro, verrebbero messi in
vendita prodotti agroalimentari di
provenienza estera al posto di quelli
nazionali. |
"Se l'Esselunga fosse
messa in vendita. sarebbe un diritto e un
dovere per noi acquistarla". |
Evidentemente alla COOP
non basta essere il maggior distributore
nazionale di prodotti di largo consumo, ma
vorrebbe probabilmente arrivare al
monopolio. |
E' del tutto falsa
l'affermazione che i gruppi stranieri che
operano in Italia mettono in vendita
prodotti alimentari stranieri. Una ricerca
di mercato ha evidenziato le percentuali di
prodotti non italiani. |
|
Assortimento prodotti francesi: confronto
settembre 2006 |
|
CATENE
FRANCESI |
Totale
prodotti censiti |
Prodotti
francesi |
% sul totale |
AUCHAN di CESANO BOSCONE - MI |
13.988 |
410 |
2,93% |
CARREFOUR di ASSAGO - MI |
17.437 |
513 |
2,94% |
GS
corso Lodi - MI |
8.033 |
228 |
2,84% |
|
|
CATENE
ITALIANE |
Totale
prodotti censiti |
Prodotti
francesi |
% sul totale |
IPERCOOP di ROZZANO - MI |
11.564 |
235 |
2,03% |
IPERCOOP di VIGNATE - MI |
11.597 |
242 |
2,09% |
BENNET di BRUGHERIO - MI |
10.070 |
236 |
2,34% |
ESSELUNGA via Ripamonti - MI |
11.014 |
316 |
2,87% |
|
|
Confronto prezzi tra Esselunga di
Milano e Coop varie (su alcuni
campioni) |
|
Punti
vendita |
Articoli
rilevati |
Articoli in
comune |
Differenza prezzo in % |
ESSELUNGA via Ripamonti |
MILANO |
11.191 |
- |
|
COOP
TORRI D'EUROPA |
TRIESTE |
9.855 |
2.688 |
+10,7% |
IPERCOOP DORA |
TORINO |
11.149 |
3.075 |
+9,2% |
COOP |
LODI |
6.729 |
2.481 |
+6,6% |
COOP |
VERCELLI |
6.051 |
2.240 |
+11,5% |
IPERCOOP |
GENOVA |
12.285 |
3.523 |
+7,5% |
COOP
FAENTINA |
RAVENNA |
7.506 |
2.405 |
+9,1% |
IPERCOOP |
LIVORNO |
10.267 |
2.939 |
+5,1% |
COOP
via Laurentina |
ROMA |
7.259 |
2.352 |
+10,5% |
IPERCOOP |
APRILIA |
11.319 |
3.074 |
+8,1% |
IPERCOOP |
AVELLINO |
7.631 |
2.196 |
+13,2% |
IPERCOOP |
LECCE |
11.277 |
3.302 |
+8,2% |
IPERCOOP |
TARANTO |
11.897 |
3.518 |
+7,5% |
|
|
|
ALLA
COOP SI SPENDE MENO? |
|
Così
dovrebbe essere, ma non è vero! |
|
E' abbastanza logico
pensare che Coop e Ipercoop, avendo un
trattamento fiscale agevolato, pratichino
dei prezzi al pubblico inferiore a quelli
che possono applicare le altre società della
grande distribuzione che devono pagare le
tasse come tutte le altre aziende. |
Ho raccolto la
testimonianza di un consumatore che si è
preso la briga di confrontare i prezzi di
una Coop con quelli di un supermercato
Despar e questo è stato lo sconcertante
risultato. |
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Prezzi Coop |
Prezzi
Despar |
Pasta Barilla |
|
€
0,70 |
€
0,52 |
Maionese Calvé |
|
€
0,80 |
€
0,77 |
Yogurt Danone |
|
€
1,53 |
€
1,49 |
Lamette Gillette
Mac3 |
|
€ 9,35 |
€
8,90 |
|
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LAVORI 8 MESI A 540
EURO |
|
Negli Ipercoop si assume solo con contratto
a termine. |
|
Come noto le
cooperative di consumo sono nate per
garantire il controllo dei beni primari sul
mercato con chiara ispirazione ed appoggio
dei partiti che si ispirano all'ideologia
comunista. Ideologia che mette al primo
posto il diritto dei lavoratori ed
ultimamente porta avanti una forte istanza a
favore del lavoro indeterminato, decisa a
combattere il lavoro precario. |
LOGICAMENTE QUESTI
PRINCIPI VALGONO SOLO PER GLI ALTRI |
|
Ecco come funzionano le assunzioni negli
Ipercoop |
|
CREMONA
|
|
Durata del contratto? «Otto mesi». Tipo di
contratto? «Part-time». Stipendio? «546
euro». Prospettive di assunzione definitiva?
«Nessuna». Ma non eravate di sinistra?
«Avanti il prossimo». |
Sono colloqui di lavoro come questi che
stanno sollevando la polemica sul centro
commerciale delle cooperative rosse di
imminente apertura a Cremona, il decimo in
Lombardia. Una polemica da destra, con Forza
Italia che porterà il caso in Consiglio
comunale, e da sinistra, con la Cgil che
condanna «le flessibilità più spinte, da
qualsiasi parte provengano». |
Il nuovo Ipercoop non ha mai avuto vita
facile. La Casa delle Libertà ha accusato la
giunta di centrosinistra d'aver spianato la
strada, nel nome della contiguità politica,
allo sbarco di Coop Lombardia e ignorato il
rischio che l'avvento di quel colosso alle
porte della città avrebbe fatto chiudere i
negozi di periferia. Ma le ruspe stanno
lavorando a pieno ritmo per arrivare
puntuali al taglio del nastro, il 23
settembre. |
Per mettere insieme l'esercito di
dipendenti necessari le Coop si sono rivolte
a una società per la selezione del personale
che ha riunito i primi 200 aspiranti
magazzinieri, commessi e cassiere. Le
persone interessate hanno dovuto presentarsi
a un secondo colloquio, stavolta singolo e a
Milano. «È lì - racconta l'operaia di una
fabbrica chiusa da poco - che hanno avanzato
la proposta per quelli sopra i 29 anni come
me: assunzione a tempo determinato per 6, 9
o 12 mesi. Mi aspettavo il tempo determinato
ma non quello che avrei ascoltato dopo».
Ossia? «Il part-time. Logico che poi lo
stipendio sia di 546 euro. Ho chiesto se
alla fine c'erano possibilità di un
contratto definitivo. Risposta: le Coop non
assicurano niente. Ci sono rimasta male due
volte, perché speravo in un'offerta migliore
e perché non me l'aspettavo da chi predica
contro la flessibilità». |
Testimonianze come queste sono arrivate,
paradossalmente, all'orecchio di un
consigliere comunale di Forza Italia, Carlo
Malvezzi, che ha sollevato il caso: «Non
dubito che le Coop si muovano nella
legalità, ma non è il mondo di cui fanno
parte a stracciarsi le vesti contro la
precarietà?». Forza Italia porterà il caso
in Consiglio comunale: «La giunta che ha
concesso molto alle Coop potrebbe ora
chiedere qualche garanzia in più per i
giovani». |
Protestano anche i sindacati: «Il denaro
non puzza, a destra come a sinistra. Il
problema è quando lo si fa sulla pelle dei
lavoratori», dice il segretario generale
della Cisl cremonese Mario Daina. Duro anche
il suo collega della Cgil, Massimiliano
Dolci: «Contrasteremo tutte le forme di
flessibilità più spinta, da qualsiasi parte
provengano». |
«Non capisco la polemica - si sorprende
della sorpresa altrui il coordinatore della
Lega delle cooperative di Cremona, Cesare
Mainardi -. Le Coop sono aziende». |
Già, basta saperlo. |
Gilberto Bazoli - Libero -
9 luglio 2006 |
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CONCORRENZA SLEALE |
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Prima
il fisco leggero ed ora anche la
beffa-Borsa? |
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Le 146 mila società rosse operanti in Italia
godono di importanti agevolazioni. |
Innanzitutto non pagano le tasse sui
quattrini che mettono da parte. |
Le Coop a "mutualità prevalente" deducono il
70% dell'Ires (la vecchia Irpeg) dalla base
imponibile, il 70% degli utili destinati a
riserva volontaria e il 100% di quelli
destinati a riserve obbligatorie. |
Non solo. Le Coop possono anche raccogliere
fondi dai propri soci a condizioni
nettamente più favorevoli rispetto a un
normale prestito bancario (ritenuta del
12,5% invece che 27%). |
Secondo gli esperti fiscali mettendo a
paragone una Spa e una Coop con lo stesso
fatturato è possibile calcolare le
agevolazioni della seconda: oltre il 60%. Si
calcola che le agevolazioni fiscali valgono
per le Coop 750 milioni di euro all'anno.
Denaro che viene sottratto alla
disponibilità pubblica e crea una
discriminazione ed una concorrenza sleale
verso le aziende che operano negli stessi
settori e che devono pagare le tasse per
intero. |
Ora l'Europa ha avviato un procedimento per
violazione del Trattato Europea che vieta
gli aiuti statali alle imprese. |
Ed ora dopo le scalate a vari settori
dell'impresa privata, le Coop vorrebbero
essere quotate in borsa per raccogliere
ulteriore capitale |
Ricordando che le Cooperative erano nate per
dare mutuo soccorso tra lavoratori, mi
chiedo se quelle che conosciamo oggi non
siano in realtà Spa ad evasione fiscale
autorizzata. |
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