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RISCALDAMENTO
GLOBALE |
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Sembra che la
fine del mondo sia vicina.
E
sembra anche che molti siano propensi a
crederlo.
Sembra inoltre che
alcuni campino sugli imbecilli che ci
credono. |
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PROMEMORIA CATASTROFISTA |
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Per il distacco di un iceberg
più grande del solito
Al Gore disse che lo
scioglimento dell'Artico era un fenomeno
irreversibile e che
il Polo si sarebbe
sciolto entro il 2008.
Gli
orsi, a causa dello
scioglimento delle placche,
stanno
annegando.
Le temperature miti di Kamtchatka confermano l'avanzata
del riscaldamento globale.
Pecoraro Scanio disse che il
livello dei
mari si sarebbe
alzato di
diversi metri in cinque anni. |
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NULLA SI E' AVVERATO
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Il RISCALDAMENTO COLPISCE I CERVELLONI |
aprile 2011 |
I 50 MILIONI
di sfollati previsti dall'ONU per il 2010
sono introvabili. |
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Il tempo è
ormai scaduto, ma dei 50 milioni di profughi
evacuati per colpa del riscaldamento globale
non c'è traccia sulla terra. Forse è per
questo che la catastrofica previsione è
stata cancellata dal sito dell'ONU.
Questa migrazione biblica causata dal caldo
è il risultato di uno studio del 2005, fatto
dall’UNEP (United Nations Environment
Program) che riporta le previsioni del
ricercatore Norman Myers, professore
all’università di Oxford, il quale aveva
ipotizzato, in uno studio precedente, l'anno
2010 come data di compimento della
catastrofe. L’UNEP, riferendosi alle
conclusioni di Myers, nell’ottobre del 2005
ha testualmente scritto: «Viste le
previsioni che entro il 2010 il mondo avrà a
che fare con non meno di 50 milioni di
persone in fuga dagli effetti di un pauroso
deterioramento ambientale, esperti
dell’Università delle Nazioni Unite dicono
che la comunità internazionale ha l’urgente
necessità di definire, riconoscere ed
estendere il sostegno a questa nuova
categoria di rifugiati». In un discorso
al convegno sul clima di Praga del 2005,
dove espose la sua teoria, Myers era andato
oltre: «Quando il riscaldamento globale
prenderà piede», disse, «ci potranno essere
almeno 200 milioni di persone travolte dallo
sconvolgimento del sistema dei monsoni e da
altre precipitazioni, da siccità di forza e
durata mai viste, dal rialzo dei livelli
marini e dalle inondazioni delle coste».
Sul sito delle Nazioni Unite venivano
indicate come maggiormente a rischio le
popolazioni che vivono sulle isole dei
caraibiche e sulle coste dell’Oceano
Pacifico, tra cui molte città della Cina.
Questi popoli ingrati, però, anziché
scappare dalle loro terre si sono permessi,
in questi ultimi anni, di aumentare di
numero. Le uniche segnalazioni di
sfollati a causa del caldo sono venute solo
dai telegiornali ferragostani che parlano di
esodi e controesodi balneari. Questa è la
mappa di Myers con l'indicazione delle zone
che sarebbero state presto evacuate. |
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Il professor Norman
Myers, considerato una autorità
mondiale sull’ambiente e sulla biodiversità,
ha già ricevuto diversi riconoscimenti e
premi a livello mondiale per il suo lavoro.
Non si esclude che possa ricevere anche il
Premio Nobel. Non certo però per la scienza.
Più facile per la fantascienza. E questa
è l'ONU, l'ente mondiale che dovrebbe
tutelare e gestire le sorti del mondo. Ma in
che mani siamo messi? |
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MANUALE DEL CATASTROFISTA PERFETTO |
2 gennaio 2011 |
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Quella del catastrofista è diventata una
professione largamente diffusa ed accettata.
Questo perché di allocchi in giro non ne
mancano e quindi si trova costantemente
terreno fertile per diffondere previsioni
tragiche tra persone disposte a pagare
profumatamente per conoscere disastri
imminenti.
Alcuni di questi veggenti climatici, però,
hanno commesso dei plateali errori che hanno
fatto mettere in discussione tutti i loro
oracoli.
Ad
esempio 40 anni fa dicevano che entro l’anno
2000 le risorse energetiche si sarebbero
azzerate e tutto il mondo si sarebbe
fermato. Più recentemente, per il distacco
di un iceberg più grande del solito, Al Gore
disse che lo scioglimento dell'Artico era un
fenomeno irreversibile e che il Polo si
sarebbe sciolto entro il 2008. Ci hanno
detto che gli orsi, a causa dello
scioglimento delle placche, stanno
annegando. Pecoraro Scanio disse che il
livello dei mari si sarebbe alzato di
diversi metri in cinque anni e che Venezia
era spacciata. Ancora Gore nel dicembre 2009
ha dichiarato «C'è il 75% di possibilità che
entro 5 o 7 anni l'intera calotta polare
artica scompaia durante l'estate». Anche il
principe Carlo ha voluto dire la sua sul
clima. Secondo lui le proiezioni più
ottimistiche ci dicono che abbiamo meno di
100 mesi (poco più di 8 anni, di cui uno già
passato) per modificare il nostro
comportamento, prima che i cambiamenti
climatici comportino rischi catastrofici ed
orrori inimmaginabili. Ed aggiunge che le
difficoltà che il mondo affronta oggi
saranno nulla in confronto ai concreti
effetti che il riscaldamento globale avrà
sull’economia mondiale.
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Sono tutti eventi troppo facilmente
verificabili e smentibili. Ovvio quindi che
si diffonda l’idea che questi personaggi
siano solo cialtroni.
Al
Gore deve tutelare meglio le sue entrate e
il suo patrimonio. Secondo stime nel 2000 la
famiglia Gore aveva un patrimonio di due
milioni di dollari, adesso si calcola sia di
cento milioni. Ha saputo ben gestire il suo
catastrofismo: ha incassato l’assegno del
Premio Nobel per la (sua) Pace (economica),
ci sono gli incassi del suo film
documentario “Una scomoda verità”, incassa
175 mila dollari ad ogni conferenza. Sembra
però che a fronte dei grossolani errori stia
perdendo spettatori e sponsor. Vero che
adesso fa previsioni possibilistiche e non
più assolute, ma ha solo 62 anni e quindi
consiglio previsioni a non meno di 30/40
anni.
Per
Sartori invece, considerando che ha 86 anni,
consiglio previsioni più a breve, ma
comunque non al di sotto del ventennio. Così
se ce lo troveremo in Parlamento a 100 anni,
potrà continuare con i suoi oracoli senza
tema di smentita.
A
Pecoraro, che ha appena superato i 50 anni,
direi che per lui le previsioni a breve sono
del tutto controproducenti. Probabile che ce
lo troveremo tra i piedi ancora per 40 anni.
Quindi previsioni solo oltre la metà del
secolo corrente.
Per il principe invece
non ho consigli. Neanche la regina lo
ritiene all'altezza di succederle sul trono
e per gli inglesi è ormai solo una
macchietta.
Questi solo alcuni esempi a cui il
Catastrofista Perfetto deve scrupolosamente
attenersi per non fare la figura del
peracottaro.
Figura che ultimamente si sta diffondendo a
macchia d’olio.
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CLIMATE CONFERENCE 2009 |
dicembre 2009 |
COPENHAGEN
NELLA MORSA DEL GELO |
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La Conferenza
sul riscaldamento globale (Global
Warming) è stata abbandonata dai
rappresentanti di tutto il mondo a
causa del gelo.
Nell’immagine i
delegati lasciano il Cento
Conferenze e si dirigono verso il
bar per un vin brulé.
Purtroppo questo
è l’unico accordo che è stato
raggiunto all’unanimità.
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LA NATURA DECIDE, NON L'UOMO |
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Gli
scienziati non credono più all'effetto serra |
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Il professor
Antonio Zichichi
in un articolo sul protocollo di Kyoto,
sottolinea che l’effetto serra è un benefico
fenomeno naturale che permette la vita sulla
terra, e precisa che il contributo
dell’anidride carbonica (CO2) è piccolo, al
punto che se anche la si eliminasse
completamente, l’effetto serra rimarrebbe al
93%. Il maggior contributo, secondo opinione
condivisa dagli scienziati ma ignorata dai
media, viene dal vapore acqueo, presente in
concentrazione circa 10 volte superiore. A
questo si aggiungono altri gas tra cui il
metano, proveniente dall’attività agricola e
biologica. Alla CO2 viene quindi attribuito
dal prof. Zichichi un contributo del 7%. Ma
attenzione: di questo 7%, solo il 3,5% è
frutto dell’attività umana. Se ne
deduce che l’uomo contribuisce per il
7%x3,5% ossia solo per il
0,245%
all’effetto serra.
Questa percentuale, che trova
altre conferme, deriva dall’attività
economica necessaria alla sopravvivenza
della nostra civiltà, ed in condizioni
normali tenderebbe ad aumentare,
considerando che alcuni miliardi di persone
non usano ancora automobili ed
elettrodomestici, né sembra giusto
impedirglielo. Ma anche prendendo per buone
le ragioni di taluni ambientalisti, gli
obiettivi del protocollo di Kyoto, a carico
solo di alcuni paesi, si traducono in una
riduzione di circa il 2,5% di questa già
minima percentuale. E quindi l’impatto
sarebbe all’incirca dello 0,006%.
Ma non è
tutto. Bisogna osservare che la CO2
atmosferica fa parte di un ciclo complesso
di equilibri, di cui è a sua volta una
frazione piccolissima, solamente l’1%. Gli
altri serbatoi naturali sono gli oceani, con
il 78%, i sedimenti fossili, con il 22%, e
la biosfera naturale con il 6%. Le acque
contengono minerali, quali il sodio, il calcio, il magnesio, che
fissano la CO2 dando luogo a carbonati e bicarbonati. |
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Per le dinamiche
dell’equilibrio, un aumento della CO2
atmosferica provoca un maggior assorbimento
da parte delle acque, che in questo modo
agiscono da equilibratore naturale. Comunque
i contributi di origine antropica sono
talmente piccoli da essere ininfluenti sulla
composizione delle acque, e non
distinguibili nel contesto delle variazioni
naturali che sono di qualche ordine di
grandezza più rilevanti. Bisogna anche
sottolineare che i dati caratteristici del
clima e della composizione atmosferica sono
stime di massima, in una situazione
caratterizzata da una estrema variabilità.
Ma allora quali sono le cause
dei cambiamenti climatici? L’unica risposta
possibile è che sono le stesse che hanno da
sempre causato i cambiamenti climatici
terrestri fin dalle più lontane ere
geologiche, quando l’uomo o non era ancora
presente, o viveva ancora un’epoca
pre-industriale senza produrre emissioni di
CO2 rilevanti.
Agli scienziati seri l’ardua
risposta. Certamente le variazioni
dell’attività solare, unica fonte di calore
per la Terra, non possono essere
ininfluenti. Queste variazioni sono
evidenziate dalle macchie solari, ed hanno
un comportamento ciclico. Anche in tempi
storici si sono succedute grandi e piccole
glaciazioni. Ci furono periodi di clima più
mite, come tra il 1000 ed il 1200, quando in
Groenlandia pascolavano gli armenti dei
Vichinghi, in Inghilterra si coltivava la
vite ed i ghiacciai alpini erano quasi
spariti. Con grande vantaggio e prosperità
per gli abitanti, e scarsa influenza sul
livello del mare: Venezia, Napoli, Pisa non
furono certo sommerse. Il clima più caldo
offre grandi vantaggi per l’umanità. Ma le
previsioni umane sono difficili; nel 1975 si
paventava addirittura il ritorno di un’era
glaciale!
Bjorn Lomborg, professore di
statistica e di scienze politiche
all'Università di Aarhus, Danimarca, è
fondatore del Copenhagen Consensus, un
gruppo di economisti di massimo livello
compresi quattro premi Nobel (vedi
Stiamo Freschi, Mondadori). Secondo
Lomborg per soddisfare al protocollo di
Kyoto il mondo dovrebbe pagare circa 180
miliardi di dollari annui per 50 anni, per
ottenere solamente un ritardo di qualche
frazione di grado dell’aumento di
temperatura del pianeta. Il Copenhagen
Consensus per contro ha redatto una
classifica delle priorità globali, valutando
anche l’opportunità di successo a fronte
della spesa effettuata. In questa classifica
i provvedimenti di Kyoto occupano gli ultimi
posti. Ai primissimi posti ci sono la lotta
alle malattie, alla denutrizione, seguite
dallo sviluppo di tecnologie agricole ed
idriche. Questi problemi causano milioni di
morti, e potrebbero essere affrontati con
una spesa relativamente piccola rispetto
alle enormi cifre previste dal Protocollo di
Kyoto. Ad esempio, l’Europa ha stanziato 300
milioni di Euro per mandare sotto terra le
emissioni di CO2 delle centrali elettriche,
e sulla base delle considerazioni precedenti
c’è da credere che l’effetto sarà
praticamente nullo. Ebbene, con la stessa
cifra si potrebbero salvare subito 300.000
persone dalla morte per AIDS o per
denutrizione.
Queste considerazioni
potrebbero portare ad un rilancio di un
programma che, superato Kyoto, si prenda
veramente cura dei poveri della terra. Una
opportunità di svolta per l’Italia e per
l’Europa, ma anche una grande opportunità
per i governi dei paesi del Sud del mondo,
che potrebbero aprire un tavolo di confronto
molto più costruttivo e promettente. |
Scritto
da Corrado Fronte
martedì 13 gennaio 2009
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SCIENZIATI SCETTICI |
dicembre 2008 |
Un rapporto del Senato Usa
evidenzia il boom degli studiosi, tra cui
anche Nobel, scettici sull'esistenza del
riscaldamento globale. |
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Sono saliti da 400 ad oltre
650, da un anno fa, gli scienziati scettici
sulla diretta responsabilità dell'uomo nel
global warming. Un rapporto della minoranza
del Senato Usa, uscito in contemporanea con
la Conferenza dell'ONU che si è tenuta in
Polonia in questi giorni, raccoglie tutte le
critiche e le prese di distanza dalla
religione laica del profeta Al Gore,e tra i
nuovi firmatari ci sono anche vari studiosi
che avevano partecipato all'IPCC dell'ONU (Intergovernmental
Panel on Climate Change). Come si ricorderà,
il Nobel era stato condiviso da Al Gore
proprio con l'IPCC.
A parte le occasionali
controtendenze che escono dalla cronaca,
come i record di freddo polare di questi
giorni o il fatto non proprio trascu-rabile
che il 2008 sarà in media più freddo del
2007, si intensificano le prese di posizioni
che respingono il verbo dell'IPCC. Dal
Report Usa, secondo vari scienziati russi è
da rigettare «la pura idea che il biossido
di carbonio possa essere responsabile per il
global warming».
All'ultimo Congresso
Internazionale dei geologi, tenutosi in
Norvegia in agosto, due terzi degli
intervenuti alle discussioni si sono
espressi per mettere in dubbio le paure che
legano il caldo all'opera dell'uomo. Anche
la American Physical Society ha di recente
ammesso che esiste «una considerevole
presenza» di scienziati scettici, mentre un
team internazionale di studiosi ha
contrastato di petto l'IPCC dell'ONU
dichiarando che «la Natura, non l'attività
umana, governa il clima».
L'India, che è terza nel
produrre gas accusati di provocare il global
warming dopo la Cina (al primo posto) e
l'America, ha pubblicato una sua ricerca che
sfidale conclusioni catastrofiste sul
riscaldamento globale.
Un gruppo che si raccoglie
sotto la sigla di Scienziati Internazionali
ha richiesto che l'IPCC dell'ONU «cessi le
sue pratiche ingannevoli». E un sondaggio
tra 51.000 studiosi canadesi ha rivelato che
il 68% di loro non è d'accordo che la
questione del global warming sia chiusa dal
punto di vista scientifico, come asserisce
Al Gore. Le testimonianze critiche di
professori e tecnici del clima e della Terra
sono innumerevoli, anche se i media
preferiscono ignorarle. Un "collega" del
politico americano nel vincere il Nobel, il
fisico Ivar Giaever, ha detto «io sono uno
scettico... il global warming è diventata
una nuova religione».
E la scienziata
dell'Atmosfera Joanne Simpson, prima donna a
ricevere la laurea in Meteorologia, ex
ricercatrice per la Nasa e autrice di 190
ricerche per le quali ha meritato
l'inserimento tra le 100 personalità
maggiori della scienza nell'ultimo secolo,
ha dichiarato con malizia: «Siccome non sono
più affiliata con alcuna organizzazione e
non sto ricevendo alcun finanziamento posso
parlare in modo franco. Come scienziata io
resto una scettica». I modelli e le
previsioni dell'IPCC sono «scorretti perché
basati solo sui modelli matematici e
presentano risultati e scenari che non
comprendono, per esempio, l'attività
solare», è la conclusione di Victor Manuel
Velasco Herrera, dell'Università Nazionale
Autonoma del Messico.
Su modelli matematici e
proiezioni dei computer, è bene ricordare,
si erano basate le banche per valutare i
rischi dei bond legati ai mutui sub
prime.... |
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EFFETTO DESERTIFICAZIONE |
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Da tempo i
profeti di sventura parlano di
desertificazione in atto. Al momento però
questi sono i soli dati certi:
Dal 1982 al 1999 boschi e foreste sulla
Terra sono aumentati del 6%.
Per l'anno 2000 erano stati previsti otto
miliardi di abitanti sulla Terra con
conseguente moria di interi popoli per fame.
Nel 2007 siamo arrivati solo a 6 miliardi di
abitanti.
Per il Mediterraneo era previsto un aumento
del livello con conseguente inabissamento
della pianura padana. Sembra invece che
l'Adriatico sia calato.
Negli ultimi dieci anni le
temperature medie dell'intero
pianeta non sono aumentate di un
decimo di grado.
I ghiacci delle calotte polari sono
ancora li ed in alcune zone stanno
aumentando di volume. |
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DUE SOLI RISULTATI CERTI |
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Tutta questa disputa porta
solo a due certezze:
Nessuno è in grado di
dimostrare le sue previsioni: Alcuni
scienziati descrivono l'evoluzione del clima
mondiale nei prossimi cento anni solo perché
non possono essere smentiti che fra cento
anni.
La seconda certezza è che Al Gore, dopo il
fallimento nella scalata alla Casa Bianca,
ha trovato il sistema di campare
sull'ottusità del prossimo. Più o meno come
fanno maghi e fattucchiere. Prima ha
intascato il malloppo del 50% del premio
Nobel, poi si è garantito per anni dei lauti
compensi per le conferenze che terrà in
tutto il mondo. |
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SIAMO CERTI CHE LA TERRA HA NOTATO LA NOSTRA
PRESENZA? |
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Ricordiamoci dove viviamo.
Viviamo sul terzo pianeta di un Sole di
media grandezza. Il nostro pianeta ha cinque
miliardi di anni, e durante tutto questo
tempo ha continuato a cambiare
costantemente. L'atmosfera attuale della
Terra è la terza in ordine di tempo.
La
prima atmosfera era composta da elio e
idrogeno. Si è dissipata in fretta perché il
pianeta era molto caldo. Poi, quando il
pianeta si è raffreddato, eruzioni
vulcaniche hanno prodotto una seconda
atmosfera fatta di vapore e anidride
carbonica. In seguito, il vapore acqueo si è
condensato, formando gli oceani che coprono
la maggior parte del nostro pianeta. Poi,
intorno a tre miliardi di anni fa, alcuni
batteri si sono sviluppati tanto da arrivare
a consumare l'anidride carbonica e a
produrre un gas altamente tossico:
l'ossigeno. Altri batteri rilasciavano
azoto. La concentrazione atmosferica di
questi gas ha cominciato lentamente ad
aumentare. Gli organismi che non sono stati
in grado di adattarsi sono morti.
Nel frattempo, le terre emerse galleggiavano
su enormi placche tettoniche, unendosi in
configurazioni che interferivano con la
circolazione delle correnti oceaniche. Per
la prima volta ha cominciato a far freddo.
Il primo ghiaccio è comparso due miliardi di
anni fa.
E
per gli ultimi settecentomila anni il nostro
pianeta ha attraversato un'era glaciale,
caratterizzata da avanzate e ritirate del
ghiaccio. Nessuno sa esattamente perché, ma
ogni centomila anni il ghiaccio ricopre il
nostro pianeta, con piccole avanzate ogni
ventimila anni o giù di lì. L'ultima
avanzata è stata ventimila anni fa, quindi
la prossima è imminente.
E anche oggi, dopo
cinque miliardi di anni, il nostro pianeta
continua a essere incredibilmente attivo.
Abbiamo cinquecento vulcani, e un'eruzione
ogni due settimane.
I terremoti si
susseguono continuamente: un milione e mezzo
l'anno, di cui uno con un'intensità pari a 5
gradi della scala Richter ogni sei ore, e
uno ancor più forte ogni dieci giorni. Ogni
tre mesi uno tsunami attraversa l'Oceano
Pacifico.
La
nostra atmosfera è violenta quanto la terra
sottostante. In qualsiasi momento ci sono
millecinquecento tempeste elettriche che
attraversano il pianeta. Ogni secondo undici
fulmini si abbattono sul terreno. Ogni sei
ore un tornado attraversa a tutta velocità
la superficie terrestre. E ogni quattro
giorni, una gigantesca tempesta ciclonica,
di centinaia di chilometri di diametro,
spazza l'oceano lasciando dietro di sé una
scia di devastazione.
Le
piccole e perfide scimmie che si chiamano
esseri umani non possono far altro che
correre a nascondersi. Per quelle scimmie
credere di poter governare, questa atmosfera
è un estremo atto di arroganza. Non possono
controllare il clima.
La
realtà è che scappano dalle tempeste.
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Dal libro "stato di paura" di Michael
Crichton |
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SARTORI, UNA TESTA RUBATA ALLA POLITICA |
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Sul Corriere della Sera,
Giovanni Sartori, noto politologo ed ora
anche tuttologo, ci da una buona notizia:
l’Himalaya non si sta sciogliendo. Meno
male. Le sue precedenti affermazioni ci
davano per spacciati, in pratica morti per
annegamento nel giro di una generazione.
Probabilmente dopo studi
approfonditi sul clima è arrivato alla
conclusione opposta. Gli indiani, venuto a
conoscenza della rivelazione, sentitamente
ringraziano. Purtroppo però qui finiscono le
buone notizie. Infatti, dall’alto della sua
conoscenza, ci fa anche sapere che a metà
del secolo saremo in 9 miliardi e che la
tecnologia non avrà risorse sufficienti per
tenerci in vita. Quindi, scampati
all’annegamento, moriremo di fame.
E anche di sete. Questo
perché la maggior parte delle risorse
idriche mondiali viene impiegata
nell’agricoltura. A meno che non si creino
delle colture che necessitano di meno acqua.
Ma questo comporterebbe delle modificazioni
genetiche. E Sartori è contrario anche agli
OGM.
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Come ne usciamo?
Forse la soluzione è
quella di non affidare la prima pagina del
Corriere ad un discreto politologo che si
improvvisa mediocre climatologo. E’ come se
avessero fatto scrivere in prima un articolo
a Giuliacci sulle politiche internazionali.
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