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Il giornalismo ha sicuramente una
funzione sociale ed informativa
inalienabile. Come per tutte le cose però
troviamo giornalisti intelligenti ed onesti
ed altri stupidi e disonesti. Altri super
partes ed obiettivi ed altri di parte e
falsi. |
Qui riporto degli articoli che
non meritano la prima pagina, ma al
massimo il
«LATO B»
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"IL
FATTO QUOTIDIANO" e
"REPUBBLICA" vogliono santificare la
Arcuri |
settembre 2011
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Dalle
carte
dell'inchiesta
sul giro di
escort di
Tarantini e gli
incontri con il
premier, era
sfuggita una
indiscrezione
sull'incontro
tra Manuela
Arcuri e
Berlusconi,
presente la sua
"amica del
cuore" Francesca
Lana. In
tale occasione
la Arcuri
avrebbe opposto
un netto rifiuto
alle avances del
Cavaliere.
Così l’attrice
è stata
celebrata alla
stregua di una
Maria Goretti,
capace del gran
rifiuto a Silvio
Berlusconi.
Questa
l’agiografia ben
riassunta dal
titolo di prima
pagina del Fatto
di venerdì 16
settembre: «“Gianpi”
propose alla
Arcuri di
concedersi in
cambio di
Sanremo, mai lei
rifiutò».
Immagino
l'estremo
godimento dei
giornalisti di
Repubblica che
una come la
Arcuri se la
sognano
soltanto.
Anche a
Repubblica non
stavano più nei
pantaloni,
erigevano statue
a Santa Manuela
Vergine: «Il
popolo del web
esalta Manuela.
“Ha rifiutato,
ora santa
subito», era il
titolo di un
articolo molto
equilibrato.
“Sei grande, giù
il cappello a
una donna bella
e intelligente»
uno degli
entusiastici
commenti online.
E così
Manuela da
maggiorata un
po' oca passa a
signora del
cinema e solo
per aver negato
l’ingresso al
Caimano.
Sempre sul
quotidiano di
Ezio Mauro,
Francesco Merlo
rapito da tanta
purezza scrive:
«Emanuela Arcuri
che dice no a
Berlusconi e
rinunzia
all’ambito
cadeau di
presentare
Sanremo è la
nostra piccola
Anna Magnani, la
Mamma Roma,
sgrammaticata e
generosa anche
nelle forme, di
questa Italia in
sottana. E tanto
più ci fa
piacere perché
ha la faccia
improbabile nel
ruolo della
casta diva». Il
Merlo volava
ancora più alto:
«Manuela
testimonia che
nell’Italia
sporcacciona di
Berlusconi si
può essere
avvenenti per
stile e non per
soldi, sexy ma
senza vendersi».
Anche il
Futurista,
giornale dei
finiani che
vuole sempre
distinguersi per
la vena pop,
scomodava Vasco
Rossi nel
titolo: «Brava
Manuela, c’è chi
dice no». Poi
chiosava:
«Manuela Arcuri
è un esempio
perché ha scelto
persino di
negarsi al Sire.
E ragazze mie
guardate qui: è
ancora là, a
fare la sua
strada». |
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Manuela e
Francesca
amichevolmente |
Ma poi escono i
testi completi
delle
intercettazioni
ed allora il
quadro cambia
completamente.
Così si
scopre il motivo
del rifiuto di
Manuela.
Francesca Lana,
la fanciulla che
fu ritratta su
Chi mentre
sbaciucchiava
l’ombelico
arcuriano, in
una telefonata
dice a
Tarantini:
«Amore, io sì,
rimango senza
problemi, ma
Manuela dice che
se non vede sto
cammello (...).
Lei dice “io fin
quando non ho
una certezza che
quello che
voglio accada
non faccio
niente per lui”»
(10.02.2009). Il
concetto viene
ribadito pure in
altre chiamate.
L’amica
Francesca
riferiva a
Giampi il
contenuto delle
loro
chiacchiere: «“E
poi dobbiamo
parlare di
quella cosa a
due”, ha detto,
“ma ti rendi
conto”, ha
detto, “minimo
per quello ci
deve... se
dovessimo fare
una cosa del
genere, ci deve
già avere il
contratto
davanti
firmato”»
(11.12.2008). La
questione è
tutta di
cammello, il
quale se passa
per la cruna
d’un ago
figurati se non
può passare
anche qui. Prima
il contratto
(per Sanremo o
per il fratello
che deve
lavorare), poi
magari giochiamo
un po’ in tre.
Se no nisba,
neanche se la
Lana insiste:
«Gli ho detto:
“Apri la
testa... tanto
tu che cosa
vuoi? Vuoi che
lavora tuo
fratello?
Andiamo decise
che cazzo ti
frega l’hai
fatto mille
volte per gente
inutile».
(9.1.2009).
Ma non se ne
fece nulla. Poi
nel febbraio
2009 la Arcuri
partecipa alle
Iene e in un
siparietto con
il Trio Medusa
si lascia andare
e dà i voti ai
suoi veri o
presunti amanti.
Scenetta di
cattivo gusto
che non va giù a
Berlusconi.
"Meno
male che non è
stata qui -
confida a
Tarantini -
perché sennò
.... mi sarei
sentito
imbarazzato di
essere andato
con una t....
così".
Capito la
SANTA? Sembra
che per far
carriera SI SIA
DATA molto.
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Avranno il
coraggio i
nostri eroi,
Travaglio e
Merlo di
scrivere la
verità? Ne
dubito. Un
giornalismo da
LATO B. |
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PERCHE' NON LEGGO "IL
FATTO QUOTIDIANO" |
luglio 2011
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Non condivido la
linea politica
chiaramente
antiberlusconiana
che «Il fatto
quotidiano» di
Travaglio vuol
far passare per
ricerca della
verità. Liberi
di pensare e di
scrivere ciò che
vogliono, finché
trovano gente
disposta a
pagare per
leggerlo. Ma ciò
che mi porta ad
eliminarlo
categoricamente
dalle mie
letture sono
certe prese di
posizione che
denotano un
fondamentalismo
ipocrita che non
lascia spazio al
buon senso ed
all’onestà
intellettuale.
Basta colpire
per fare
notizia.
L’informazione e
la imparzialità
di giudizio sono
solo opinioni.
Io non lo leggo,
però mi capitano
sotto gli occhi
alcune chicche
riportate su
altri giornali.
Questa vale
proprio la pena
di leggerla,
perché è molto
esemplificativa
di quel tipo di
giornalismo. Un
giornalismo da
LATO B. |
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Strauss-Kahn,
mai uno
stupratore
libero
In un
mondo
perfetto la
giustizia
non
sbaglierebbe
mai, i
procuratori
perseguirebbero
i cattivi e
i colpevoli
sarebbero
puniti. In
un mondo
ideale la
giustizia
proteggerebbe
gli onesti e
le vittime
troverebbero
sempre
giustizia.
Nel mondo
imperfetto
nel quale
viviamo,
invece,
la giustizia
può
sbagliare
e quando
accade si
verifica che
i colpevoli
non pagano
le proprie
colpe
e
le vittime
non trovano
giustizia.
Dimentichiamoci
quindi per
un momento
del caso di
Dominique
Strauss-Kahn,
delle sue
implicazioni
politiche e
finanziarie,
del potere,
dei soldi,
dei
complotti
reali o
presunti,
della
ribalta
mediatica,
della gogna
e di tutto
il resto.
Io credo che
nel nostro
mondo
imperfetto,
se una
percentuale
di errore è
ineliminabile
dal sistema,
è
preferibile
che un
presunto
stupratore
con
precedenti
di molestie
e notorio
puttaniere
finisca
dietro le
sbarre per
un errore
giudiziario
piuttosto
che un
presunto
reato di
stupro
rimanga per
errore
impunito.
Anche perché
–
percentualmente
parlando –
sono
immensamente
di più i
casi di
stupro e
violenza non
perseguiti
(quindi di
vittime che
non trovano
giustizia)
di quanti
siano i
presunti
stupratori
finiti per
sbaglio
dietro le
sbarre.
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Il Fatto
Quotidiano, 3
luglio 2011 |
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Diametralmente
opposto al mio
senso di
giustizia:
"meglio un
colpevole fuori
che un innocente
in galera". Ma
si sa che queste
tesi non trovano
consenso tra gli
esaltati maschi
e femmine che
siano. E'
meglio quindi
condannare a
prescindere.
Meglio un
PRESUNTO
stupratore
dietro le sbarre
piuttosto che un
PRESUNTO
stupro resti
impunito. Direi
un punto di
vista
MOLTO
PRESUNTUOSO. |
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