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LETTERA APERTA
A GRILLO |
A BEPPE GRILLO |
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1
maggio 2008 |
Ho inviato al blog di Beppe Grillo un
commento alla sua condanna alla
pubblicazione su internet dei redditi
personali dell'anno 2005, compreso il suo.
Questo il Testo:
Scusa Beppe, immagino avrai altro da fare
che dar retta ai questuanti.
Ma so che tu non consideri il popolo bue
come quelli che critichi e quindi non avrai
difficoltà ad ascoltare la mia richiesta che
è molto seria ed importante.
Ecco il problema: io ho lavorato per 45
anni, ma a causa di mancati versamenti
contributivi, devo attendere i 65 anni per
prendere la pensione minima.
Certo mi rendo conto che non sono stato
abbastanza accorto e furbo.
Tu invece insegni che si possono fare
milioni di euro con le chiacchiere.
Ma qual è il tuo segreto?
Ho cercato di capire quello di
Berlusconi, ma è troppo complicato perché ha
dovuto coinvolgere persone, trovare denaro
da investire e per ultimo deve pure
mantenere migliaia di dipendenti perché
diversamente le sue entrate crollerebbero.
Tu invece fai tutto da solo. Non come
quelli della casta che usano denaro
pubblico. Tu usi intelligentemente il
denaro privato.
Certo non credo sia facile convincere
migliaia e migliaia di persone a seguire i
tuoi spettacoli ed a comperare le tue opere
nella speranza di assistere ad un
cambiamento epocale, mentre sappiamo che
nella realtà nulla cambia, a parte i tuoi
introiti.
Ecco Grillo ciò che io vorrei sapere da
te. Come si fa ad incantare la gente con le
chiacchiere?
Se trovi un minuto per me te ne sarei
grato.
Scusa se non compro nulla, ma il mio
obiettivo è quello di mettermi dalla tua
parte della barricata.
Cordiali saluti.
Ho solo il dubbio che non venga pubblicato e
soprattutto di non ricevere risposta. (COSI'
E' STATO) |
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LETTERA APERTA |
SIGNOR MIELI, HA RIFLETTUTO? |
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23 marzo 2008 |
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Egr. Sig Mieli
Le riporto la lettera che
lei ricorderà molto bene e
che mi scrisse il 9 marzo
2006, quando l’accusai di
aver permesso alla sua
presunzione di prevalere
sulla ragione, avendo
smaccatamente appoggiato la
campagna elettorale della
sinistra.
“Caro lettore, ............”
Successivamente, quando ha
potuto constatare la
gestione fallimentare del
governo da lei appoggiato
dichiarò al convegno dei
Giovani Industriali di
Capri.”Oggi alla guida
del convoglio non c’è
nessuno e lo dice uno che a
favore della maggioranza
molto si è speso”. E
ancora, rivolto al governo:
“Pensate di essere la
parte migliore del paese ma
non è così”. Questo a
mio avviso dimostrava che si
stava già preparando al
trasloco.....
Giorni fa ho letto il suo
intervento su “Libero” (non
su l’Unità) dove dichiarava
con una bella dose di faccia
tosta che “Il pezzo
pro-Unione non lo rifarei e
questa volta scommetto su
Silvio”. A questo punto
il trasloco sull’altra
sponda si può dire concluso.
Come vede i nodi arrivano al
pettine e a quanto pare la
“ulteriore riflessione”
l’ha fatta lei con una
retromarcia che nulla depone
a favore del suo acume,
purtroppo non all’altezza
della sua cultura.
Sa che cosa le dico? Anche
il suo attuale incensamento
di Berlusconi, che ora
definisce uomo di enormi
meriti, grandissimo
personaggio della politica,
grande e sorprendente,
dimostra solo che l’arte del
leccapiedi non sia per lei
una materia sconosciuta.
Vuole un consiglio? Non
parteggi per nessuno.
Mantenga il suo giornale
libero e pubblichi le
opinioni di tutti gli
schieramenti politici. La
sua opinione personale non
ha nessuna importanza.
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lettera inviata a Paolo
Mieli il 22 marzo 2008 |
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LETTERA
APERTA A COSSIGA |
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17 dicembre 2007 |
Egr. Signor
Cossiga, Presidente Emerito,
vorrei
pubblicamente ringraziarLa per il Suo voto
che ha permesso al governo Prodi di ottenere
la fiducia in Senato e conseguentemente
rimanere in carica. Tempo addietro aveva
affermato categoricamente che i senatori a
vita, non eletti dal popolo, non avrebbero
mai dovuto interferire con le scelte
politiche del Parlamento. Oggi ha cambiato
opinione o meglio ha rinnegato i suoi
principi. Conoscendo però la sua
intelligenza, sono propenso a credere che
questa sua caduta di dignità non sia dovuta
ad un rinnegamento o ad una momentanea
incapacità di intendere dovuta all’età
avanzata. Credo faccia parte di un suo piano
politico inteso a mantenere in carica
l’attuale governo con il preciso scopo di
far pagare fino in fondo agli italiani le
conseguenze della scellerata scelta di
affidare la gestione dell’Italia a quella
compagine di cattocomunisti capeggiata da
Prodi.
Il suo
messaggio occulto è certamente rivolto in
particolare alla parte di votanti, ben
definita da Berlusconi, che ancora crede,
nonostante un secolo di prove contrarie, che
il comunismo sia portatore di equità sociale
e di benessere.
Convengo con
Lei che non sia ancora giunto il momento di
cambiare questo governo perché molti di
coloro che lo hanno votato sono ancora oggi
convinti che i veri problemi dell’Italia non
siano le tasse sempre più invadenti, i costi
della vita sempre più alti, gli stipendi
sempre più bassi, le aziende che chiudono
perché non c’è nessuna protezione contro le
importazioni indiscriminate, l’invasione di
extracomunitari, la criminalità sempre più
aggressiva, il denaro degli italiani speso
per mantenere zingari ed immigrati
clandestini, il denaro pubblico sperperato
per mantenere fannulloni e parassiti, le
spese per opere pubbliche mai terminate, le
voragini in cui confluisce il denaro per
tenere in vita aziende fallite da anni, le
orde di dipendenti pubblici mantenuti a
fronte di servizi da terzo mondo.
No, per
costoro il vero problema dell’Italia è
sempre il conflitto di interessi e le leggi
ad personam di Berlusconi.
Ebbene fin
che ci sarà gente così miope è bene che
l’attuale governo resti in carica per
continuare nella sua opera devastatrice.
Dovremo scendere ancora qualche gradino dal
livello di progresso e di benessere
conquistato a duro prezzo dai nostri
genitori prima che la maggioranza degli
italiani capisca che è semplicemente
demenziale credere che certi mestieranti
della politica siano li per fare gli
interessi della povera gente o addirittura
in grado di donarci “la felicità”. Questi al
massimo sono capaci di distribuire una
manciata di euro come la carità data ad un
mendicante oppure di incantare gli ingenui
con “lenzuolate” liberalizzatrici che in
realtà mascherano l’intento opposto è cioè
il sistema di controlli personali che
assomiglia sempre di più a quello utilizzato
nei paesi dell’est Europa sotto il regime
sovietico (già oggi per versare o prelevare
in banca o alla posta, anche cifre
irrisorie, bisogna presentare documenti e
codice fiscale).
Questi
emeriti c......., di cui fanno parte anche i
preti che hanno vigorosamente sollecitato il
voto alla sinistra, cominciano appena a
rendersi contro che il nostro paese, grazie
alla politica di ottusa accoglienza, si sta
trasformando in una terra senza pace e
serenità dove imperversa sempre più una
delinquenza spietata e cattiva, dove sono in
aumento omicidi, rapine e stupri e dove la
gente, soprattutto nelle grandi città ha
paura ad uscire di sera e percorrere le
strade che anni fa erano piene di vita e del
tutto sicure.
Ritengo,
come probabilmente ha concluso anche Lei,
Emerito Presidente, che sia necessario
continuare ancora per un po’ lungo questa
strada prima di arrivare alla consapevolezza
che non si costruisce nulla basandosi su
utopie ideologiche soprattutto quando questi
concetti vengono portati avanti da
personaggi che vivono agiatamente nei
privilegi mentre si stanno dissipando le
risorse del paese.
Quindi, se
ne avrà occasione, Le raccomando di votare
ancora a favore del governo Prodi, almeno
fino a quando non troverà della gente
all’uscita di Palazzo Madama che la coprirà
di insulti e le lancerà delle monetine.
Questo sarà
il segnale che la misura è stata colmata ed
è giunto il momento di cambiare. |
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LETTERA APERTA
A MIELI |
A
PAOLO MIELI DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA
SERA |
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8
ottobre 2007 |
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Egr. Signor Mieli,
Certamente lei non si
ricorderà di me. Sono uno
dei tanti lettori che il
giorno 8 marzo 2006 le ha
scritto una lettera di
protesta per la sua presa di
posizione a favore della
compagine di sinistra alle
imminenti elezioni
politiche. Da allora, non
ravvisando più nel Corriere
della Sera il quotidiano
super partes che mi ha
accompagnato per 30 anni ho
deciso di non essere più tra
i sui lettori. Ho mantenuto
il mio proposito fino ad
oggi e sicuramente lo farò
fino a quando lei ne sarà il
direttore.
Lei comunque mi rispose
cortesemente con questa
lettera circolare:
“Caro lettore, La
ringrazio per la e-mail e
per l’opinione ancorché
critica che ha voluto
esprimere. Spero che con
un’ulteriore riflessione Lei
possa apprezzare una scelta
di trasparenza che accomuna
il Corriere a tutti i più
grandi giornali del mondo
libero. E questo le assicuro
conta più di un’indicazione
di voto per Berlusconi o
Prodi. Un cordiale saluto”.
Ora leggo quanto ha
dichiarato al convegno dei
Giovani Industriali di
Capri. Tra le altre cose
dice: ”Oggi alla guida del
convoglio non c’è nessuno e
lo dice uno che a favore
della maggioranza molto si è
speso”.
E ancora, rivolto al
governo: “Pensate di essere
la parte migliore del paese
ma non è così”.
Sicuramente il suo
schierarsi allora a favore
di Prodi sarà stato un atto
di trasparenza, ma oggi,
illuminati dalle sue parole,
si capisce che non è stato
certo un atto di
lungimiranza ed ancora meno
di coscienza politica avendo
con il suo atto condizionato
parzialmente il voto. Sono
infatti convinto, e di ciò
non può portare vanto, che
le si possano addebitare le
25.000 preferenze che hanno
fatto spostare l’ago della
bilancia a favore del
governo di sinistra.
Dalle sue attuali parole
e da altre che ha
disseminato in questo
frattempo risulta chiaro che
tra noi due chi aveva
bisogno di ulteriori
riflessioni non sono certo
io.
Comunque non posso
neanche classificarla tra i
“coglioni” che hanno votato
contro il proprio interesse,
poiché il suo interesse lo
sa fare certamente. Lo
dimostra il fatto che si sta
già preparando al
trasloco.....
Questo purtroppo non vale
per gli italiani che hanno
avuto fiducia in lei e nei
sui suggerimenti ed ora si
ritrovano su un “convoglio
senza conducente”.
Anche se
inconsapevolmente però un
favore ce l’ha fatto. Vede,
io sono contrario alla
caduta a breve del governo
Prodi. Preferisco che gli
italiani che l’hanno votato
bevano fino in fondo
all’amaro calice, cosa che
può servire da monito anche
per coloro che non l’hanno
votato. Mi auguro proprio
che possa servire, e questo
è il suo merito, a far
capire in modo abbastanza
definitivo che il comunismo
è soltanto una sintesi tra
ipocrisia e falsità e che
l’Italia non sarà mai un
paese veramente democratico
finché gli estremismi
ideologici troveranno posto
tra le istituzioni,
oltretutto con l’avallo di
irresponsabili come lei. La
saluto
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lettera inviata a Paolo
Mieli l'8 aprile 2006 |
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PRODI IN VACANZA |
LEI SCIATTA, LUI FINTO ATLETA IN MUTANDE |
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lettera pubblicata da
|
11 agosto 2007 |
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L'immagine della signora
Flavia Prodi che, durante le
vacanze, fa spesa al
supermercato vestita in modo
trascurato, anziché far
pensare a modestia e di
riservatezza, fa pensare ad
una casalinga frustrata e
trasandata.
Mi chiedo, se questa
immagine verrà pubblicata
anche all'estero, quale
considerazione potranno
avere di noi. Forse la
signora dovrebbe avere un
po' più di rispetto per il
ruolo che rappresenta e per
gli italiani.
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Risponde Mattias Mainiero |
E lei
si preoccupa per Flavia Prodi, che è solo la
first lady? Non ha visto il marito Romano in
pantaloncini corti mentre faceva jogging?
Non so se il presidente del Consiglio abbia
avuto poco rispetto per il proprio ruolo.
Sicuramente non ha rispettato la nostra
intelligenza. In piena estate, sotto il
sole, circondato dalle guardie del corpo e
con passo leggero l'atletico professore ha
fatto la sua brava corsetta spargere una
sola goccia di sudore. Persino un
giovincello, alla fine, avrebbe avuto il
fiatone. Lui, alla fine, era riposato e
rilassato come se si fosse appena alzato da
una sedia a sdraio. Altro che spesa al
supermercato e casalinga frustrata e
trasandata. È quel presidente in mutande che
sorridendo si concede alle telecamere
(presumo appositamente convocate per
l'occasione) che fa rabbrividire. Perché
delle due l'una: o l'esimio professore
bolognese si è appena fatto trapiantare
cuore, muscoli e sistema nervoso, cosa che
dobbiamo ritenere abbastanza improbabile,
oppure l'esimio ci prende in giro, e ci
prova pure gusto, a giudicare almeno dal
modo in cui continuava a sorridere. Io
propendo per la seconda ipotesi, anche
perché i muscoli del professore mi sono
sembrati un po' flaccidi. Se glieli hanno
trapiantati, devono aver scelto un donatore
un po' troppo avanti negli anni, certo non
un maratoneta sorridente. Siamo messi male,
caro Berlanda. Abbiamo toccato l'apice della
messinscena presidenziale. E credo che sia
arrivato il momento dì preoccuparsi sul
serio. Un presidente che non ha pudore di
mostrarsi per quello che non potrà mai
essere se non altro per raggiunti limiti di
età è un presidente pericoloso. È uno che
vive di finzioni, che recita sapendo di
recitare, che ieri inventava un governo
solido e oggi inventa i muscoli del ventenne
e domani chissà cosa. Ed è anche così, a
furia dì bugie, che un Paese finisce in
mutande. Più o meno come il suo presidente
del Consiglio. Sorrisi a parte. |
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PROGETTO PRC |
CREARE UN FONDO PER GLI ORFANI DELLE MORTI
BIANCHE |
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lettera pubblicata da
|
26 luglio 2007 |
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Il PRC della Regione
Emilia-Romagna vuole
proporre una legge di
alto profilo sociale:
l'istituzione di un
fondo per garantire il
proseguimento degli
studi ed una opportunità
lavorativa agli orfani
delle vittime del
lavoro.
Ottima iniziativa se
non creasse una forte
discriminazione nei
confronti dei figli di
colori che sono orfani
per incidenti, per
malattie, che sono figli
di coppie separate o più
semplicemente di
genitori poveri o
indigenti. Insomma nei
confronti dei giovani
che per altre cause non
possono proseguire negli
studi.
E poi non è chiaro
se per le vittime del
lavoro nero, magari
clandestini, sono
previsti gli stessi
diritti oppure se il
privilegio è riservato
solo ai lavoratori
iscritti alla CGIL.
|
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Risponde Mattias Mainiero |
E allora? Dov'è
l'incredibile scandalo, la vergogna delle
vergogne? In tre anni, dal 2003 al 2006. nel
nostro Paese i morti sul lavoro sono stati
5.252 (fonte Eurispes)). Un incidente ogni
15 lavoratori, un morto ogni 8.100 addetti.
In un anno, in media, le vittime sono 1.376
(e ultimamente la tendenza è verso
l'accentuazione). Tanto per rendere l'idea:
nello stesso triennio 2003-2006, in Iraq, i
militari della coalizione che hanno perso la
vita sono stati 3.520. Inutile aggiungere
che, oltre a chi muore, c'è chi rimane
invalido e non può più mantenere
dignitosamente la famiglia. Altrettanto
inutile ricordare che lo Stato, q1uando si
tratta di incidenti squl lavoro, è
abbastanza latitante. La realtà è questa. E
di fronte a questa realtà Rifondazione
comunista lancia la sua idea: aiutiamo gli
orfani. Aiutiamoli, sia beninteso, non a
vivere da pascià, macchina di lusso e
autista. A studiare, in modo tale che anche
loro possano avere una opportunità di lavoro
(si spera non in nero e non a rischio
strage), E lei si indigna perché i figli
dei
separati (separati che hanno deciso di
essere tali liberamente
e non
perché costretti da una pressa impazzita o
da un cavo ad alta
tensione)
non
ottengono altrettanto? Andiamo, non
esageriamo. Bisognerebbe indignarsi perché
la proposta di Rifondazione è giunta tardi.
Perché in Italia (anche in altri Paesi, ma
noi viviamo in Italia) le morti bianche non
sono una novità e ciò nonostante poco si è
fatto negli ultimi decenni per ridurle, E
anche perché non è giusto lasciare ad un
singolo partito la tutela dei lavoratori.
Guarda un po' a che punto siamo arrivati:
ora ci tocca difendere pure Rifondazione
comunista. |
Ho replicato a
Mattias Mainiero |
la ringrazio per l'evidenza che ha
voluto riservare alla mia lettera oggi
pubblicata sotto il titolo "Le morti
bianche, gli orfani e il progetto di Prc"
e per il suo commento.
Sono un assiduo lettore di Libero e
forse avrà notato che invio molte
lettere, alcune delle quali ho il
piacere di vedere pubblicate.
Condivido quasi totalmente le
opinioni che esprime sia nelle risposte
ai lettori che negli suoi articoli. E
condivido anche la tesi della sua
risposta odierna. Peccato però che come
paragone errato prenda in considerazione
solo i figli dei separati, ultima mia
istanza e certamente la meno pertinente.
Credo che ci sia stato un malinteso
anche se, forse proprio grazie a questo,
ha creduto opportuno rispondermi.
Intendo dire che io non sono
assolutamente contrario al principio di
aiutare i figli che, a causa della morte
del capofamiglia, sono in gravi
difficoltà nel continuare gli studi.
Volevo solo dire che il principio deve
valere per tutti gli orfani di operai e
non. Anche quelli che lo sono a causa di
un tumore, di assassini di mafia, di
incidenti stradali e tutte le altre
cause di morti improvvise che lasciano i
figli completamente abbandonati a loro
stessi.
Lo scopo della lettera era quello di
rimproverare al Prc la mancata
applicazione di uno dei suoi
fondamentali principi: quello di dare a
tutti le stesse opportunità.
E qui anch'io, purtroppo, devo
schierarmi dalla parte del comunismo.
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LA BRUTALITA' CIECA DI
AUGIAS |
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Inviata a Corrado Augias |
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BOCCA TAPPATA A LUCA IN
TV |
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Inviata a Luca
Barbareschi |
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NO AL RIFINANZIAMENTO |
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Inviata a Pier Ferdinando
Casini |
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Risposta di Casini |
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Caro
Flavio, ho letto con attenzione le
Sue considerazioni.
Questa
sera, nella trasmissione "Otto e
mezzo" con Giuliano Ferrara, spero
di dare risposta anche ai Suoi
ulteriori dubbi.
Cordiali
saluti
Pier
Ferdinando Casini
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GRILLO
CONFERMA |
|
Postata sul
sito di Beppe Grillo |
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Commento sul post:
NIENTE
PAURA, HAI LETTO BENE. |
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RECLAMI
INVIATI AL CORRIERE DELLA
SERA
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LETTERA ALLA REDAZIONE |
14 gennaio 2005 |
|
Spett.le Corriere della Sera,
mi sono permesso di inviare alcune lettere dove
esprimevo il mio parere su alcune questione
trattate dal vostro giornale. Non ho ancora
avuto il piacere di poterle leggere.
Mi è venuto il dubbio che fossero un po'
"scomode", ma poi ricordando le tante
cazzate che pubblicate credo che le mie
possano rientrare nella categoria.
Del resto sono un vostro lettore da sempre
proprio perchè posso sentire tante campane
ed io sono abituato a creare le mie opinioni
autonomamente.
Poi ho pensate che non fossero correttamente
compilate e quindi cestinate per questo
motivo. Forse manca la città da cui scrivo.
Rimedio subito all'errore: (nome e
indirizzo)
Per evitare altri inconvenienti metto anche
il numero di telefono:
..............................
Se occorre sono disponibile ad inviare anche
copia di un documento e codice fiscale.
Così sarà chiaro che non ho problemi a
confermare in qualsiasi sede ciò che penso.
Ora per vostra memoria allego nuovamente le
mie ultime lettere con la preghiera di
pubblicazione.
(Allegate lettere del 03 - 09 -11 -12
gennaio 2005) |
|
LETTERA A SERGIO ROMANO |
02 febbraio 2005 |
|
Egr. Signor Romano,
dopo numerosi tentativi di pubblicazione di mie
opinioni indirizzate a lettere@corriere.it,
oggi provo a scrivere direttamente al suo
indirizzo e-mail sperando di aver miglior
fortuna.
Sono un lettore del Corriere da sempre
poiché lo ritengo il quotidiano più
equilibrato sul mercato e sono sempre stato
convito che avrebbe ospitato un po' tutte le
opinioni. Evidentemente le mie non sono
state gradite non so da chi e nemmeno il
perchè.
Comunque oggi ci riprovo, poiché vorrei ribadire la
mia convinzione che le leggi, in molti casi,
non vengono applicate ma interpretate. Ne ho
avuto conferma dalle diverse conclusioni a
cui sono arrivati i nostri Giudici sulle
responsabilità di alcuni immigrati
extracomunitari in merito alla loro
assoluzione ed al successivo rinvio a
giudizio per attività legate
all'arruolamento di guerriglieri ovvero di
terroristi. C'è stato un evidente contrasto
interpretativo delle leggi. Eppure sia il
Gip di Milano che quello di Brescia hanno
applicato lo stesso codice penale, ma con
risultati diametralmente opposti. Quindi
interpretazioni personali, strumentali ed
anche politiche.
Quando un giudice necessita di giustificare una
sentenza discussa, normalmente afferma di
essersi solamente attenuto all'applicazione
della legge. Ma ormai queste affermazioni
lasciano molti dubbi nell'opinione pubblica.
E quanto sopra ne è prova lampante.
Forse la tanto paventata riforma giudiziaria non
potrà essere peggiorativa all'attuale
situazione. La cerimonia dell'apertura
dell'anno giudiziario conferma questa
necessità. Certo dovrà essere fatta con il
buon senso, ma senza dover a tutti costi
preservare dai cambiamenti privilegi,
corporazioni e diritti acquisiti.
Cordiali saluti
PS: Non so se le lettere da me
precedentemente inviate sono giunte alla sua
lettura. Ne allego comunque alcune per sua
conoscenza.
(Allegate lettere del 12 - 27 - 28 - 31
gennaio 2005) |
|
LETTERA DI RISPOSTA |
02 febbraio 2005 |
|
From:
Frigerio Iside
|
Wednesday, February 02, 2005 3:42 PM |
|
Gentile signor Berlanda, innanzi tutto la
ringraziamo per averci scritto e per
l'attenzione con cui ci segue.
Ci permettiamo di farle presente che i suoi
interventi sono molto interessanti, ma non
adatti a una rubrica che tratta soprattutto
temi di cronaca e molto poco argomenti di
politica. Inoltre le sue lettere sono troppo
lunghe e trattano più temi
contemporaneamente. Poiché ogni giorno
riceviamo centinaia di lettera mentre lo
spazio è molto limitato, la selezione è
quindi <spietata> ed è giocoforza dare la
preferenza a testi di poche, pochissime
righe.
Voglia scusarci. Con i migliori saluti
Iside Frigerio - Lettere al Corriere |
|
GRAZIE DELL’ATTENZIONE |
02 febbraio 2005 |
|
Gent.ma Signora,
la ringrazio per la briga che s'è presa
nello scrivermi, evidentemente al di la
dello specchio c'è qualcuno.
Mi scuso per la veemenza dei miei scritti che, per
dire il vero, mi sembravano troppo corti.
Forse nella mia presunzione ritengo di poter
scrivere qualche lettera degna di
pubblicazione. Ma giustamente lei mi direbbe
(come anch'io obietto a chi critica i nostri
governanti) di candidarmi a fare il
giornalista. E' una vocazione che non ho mai
avuto (sono sempre stato un imprenditore) e
le mie esternazioni sono, a parte mia
moglie, l'unico modo per poter esprimere
delle opinioni che nel mio lavoro (mi occupo
di prodotti per l'estetica) non sono
adeguate.
Avendo già avuto il privilegio di essere pubblicato
ai tempi del Dr. Mieli, credo che non
rinuncerò a questa mia brutta abitudine.
Vorrà dire che d'ora in poi considererò le
lettere al Corriere come le schedine del
Superenalotto (che non gioco mai). Scriverò
solo su argomenti che proprio mi fanno
drizzare i capelli e poi vi leggerò ogni
giorno per vedere se ho avuto fortuna.
Di nuova grazie dell'attenzione. |
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CONCERTO LIVE 8
Megaconcerto e la
fame … |
|
lettera pubblicata da
|
3
luglio 2005 |
|
Leggendo
le cronache dei concerti Live 8 ho trovato
un accenno relativo al rimborso spese dei
cantanti: Ma come? Questi chiedono ai
governi di cancellare i debiti dei paesi
poveri (sono soldi nostri prestati che non
verranno restituiti), di contribuire alla
raccolta di fondi per gli stessi paesi e poi
non si accollano neanche le loro spese
personali?
Ma non
provano un po' di vergogna? Forse è meglio
che continuino a cantare lasciando risolvere
i problemi dell'Africa innanzitutto agli
africani e poi ai governi che soli possono
attuare una politica internazionale a loro
favorevole, senza tante piazzate. |
Flavio Berlanda - Bologna |
|
Risponde Mattìas Mainiero |
Sull'argomento sono giunte numerose lettere,
più o meno tutte dello
stesso
tono. |
Riassumiamo in due parole:
FESTIVAL DELL'IPOCRISIA |
|
Questi megaconcerti assomigliano un po' a
certi circoletti di nobildonne. Le gentili
vegliardo sì riuniscono in un salotto, si
battono il petto, versano qualche lacrima,
raccolgono vecchi stracci
e
li consegnano alla parrocchia per farli
girare al centro tal dei tali. Così,
riescono a trascorrere un pomeriggio che
altrimenti non avrebbe senso, consumano
qualche pasticcino in compagnia e si sentono
buone e brave.
Ovviamente, spesso neppure si
chiedono cosa
ne farà la signora barbona o senzatetto
che dir si voglia di
un paio di scarpe con tacco alto sei o
sette centimetri.
Non va, e non ha senso alcuno, se non quello
di farsi un po' di pubblicità a spese di chi
non riesce neanche a mangiare (o di
sbolognare, facendoci pure la figura del
benefattore, un paio di scarpe non più alla
moda che altrimenti resterebbe ad ingombrare
l'armadio).
Riesce a trovare qualcosa di più ipocrita,
più basso, più sconveniente? lo sì: i grandi
vertici mondiali contro la fame nel mondo,
la sete, la desertificazione, l'Aids e le
mille pestilenze che distruggono l'Africa.
Indigestioni di chiacchiere con contorno di
piccole e grandi mostruosità.
Di fronte alla nostra redazione romana c'è
il negozio di Brioni, famosissimo sarto
della Capitale. Roba di superclasse, e
supercostosa, ovviamente. Gli impiegati
(reddito fisso e medio) si mantengono alla
larga: questione di portafoglio. Dovrebbe
vedere la fila di pezzi grossi dell'Africa
durante i megasummit. Arrivano a Roma per
chiedere soldi per il loro popolo
disastrato, e non mancano mai di fare un
salto da Brioni o nella famosa
boutique
del centro: camicette e pantaloncini di
lusso
per i figlioli,
tailleur per la moglie, doppiopetto o petto
singolo
per loro. Souvenir da mille e una notte per
chi viene a discutere di povertà. Uno di
quei tailleur potrebbe sfamare un africano
per un anno.
Chi paga? Non lo
so. So
che
lo
spettacolo è indecente, proprio come certe
performance
canore di chi si esibisce per il bene
dell'Africa e
sta
attentissimo al rimborso spese e al bene
personale. Ma la demagogia, lo sappiamo, è
dura a morire, ancora più dura se porta
acqua al mulino dì qualche vecchia gloria
canora che per far parlare di sé non esita a
prendete in giro milioni e milioni di uomini
affamati. |
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Leggi la realtà della situazione africana
in "AFRICA AIUTI
INUTILI" |
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L'OMBRA
DEL POTERE |
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LETTERA A MANUALI.NET - RASSEGNA STAMPA |
24 settembre 2005 |
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Nella vostra ultima mail ho letto l'interessante
Rassegna stampa di Luigi Manzo con la
citazione del libro "sobrio, preciso e
meticolosamente documentato" L'Ombra del
Potere di cui ho potuto apprezzare grandi
verità.
(documenta la vita di Berlusconi)
Mi chiedo ora se mi potete indicare un libro di più
ampio respiro che parli delle nefandezze
perpetrate contro l'umanità dagli esecutori
dell'ideologia comunista negli ultimi cento
anni.
Vi ringrazio anticipatamente. |
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LETTERA DI RISPOSTA |
24 settembre 2005 |
|
Buongiorno,
il libro è stato recensito perché è stato
pubblicato in Italia e da quando il sig.
Berlusconi l'ha enunciato, le sue vendite su
internet sono state triplicate (caso passato
sotto silenzio nella stampa ufficiale", per
non parlare di TG).
Riguardo le parole usate sono le stesse utilizzate
e virgolettate (io uso citare senza
inserire commenti personali, se non
necessari) dalla recensione di IBS.it.
Comunque non si preoccupi, le farà
certamente piacere che recensiremo
prossimamente anche un libro sulle
nefandezze che lei cita.
Accettiamo anche suggerimenti, basta che sia
distribuito su IBS.IT, o dalla stessa
Bol.com (casa editrice del sig. Berlusconi).
Come vede noi non operiamo censure, al
contrario, come le dicevo, di telegiornali
ed affini in questa epoca.
Cordiali saluti.
Luigi Manzo |
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LETTERA DI REPLICA |
24 settembre 2005 |
|
Egr. Signor Luigi Manzo,
la ringrazio della cortese risposta e mi fa
piacere apprendere che lei stia facendo il
suo mestiere e non propaganda politica. Il
sono iscritto a Manuali.net e intendo
continuare a farlo poiché lo ritengo non il
portavoce di qualcuno ma un sito che si
occupa di informatica.
Come lei ammette il libro ha raggiunto lo scopo:
vendere. Ritengo infatti che se ci fossero
questi precisi documenti che testimoniano un
reato, dovrebbero essere consegnati alla
magistratura non ad un editore.
Se Berlusconi è colpevole, paghi. Altrimenti è solo
businnes. Dal momento che lei è super partes,
la invito a pubblicare una recensione sulla
biografia di Mussolini che Libero regalerà
ai suoi lettori. |
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STOP AL CORRIERE DELLA
SERA |
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LETTERA AL DIRETTORE DEL CORRIERE DELLA SERA |
08 marzo 2006 |
|
Alla c.a. Signor Mieli |
Egregio direttore, |
la informo che sono un lettore del Corriere
da trent’anni poiché lo considero il
quotidiano italiano più equilibrato e meno
politicizzato. L’ho sempre difeso da chi lo
voleva schierato spiegando che ospitava
pezzi di vari orientamenti: il meglio per
potersi creare una opinione personale.
Oggi leggo il suo articolo che si augura la
vittoria della sinistra e la considero una
grave caduta di stile. Logicamente lei può
votare chi le pare a titolo privato, ma il
suo ruolo di direttore esige il rispetto dei
lettori. Non dimentichi che il suo compito
primario è quello di far vendere il giornale
e non di divulgare il suo “pensiero”.
Dice di esprimersi a titolo personale ma usa
il “noi”, pur dichiarando di non impegnare
il corpo di editorialisti e commentatori.
Quindi il suo è un plurale majestatis, prova
che la presunzione ha portato in superficie
la stupidità.
Certe prese di posizione sono accettabili
dagli opinionisti, ma non dal direttore che,
a mio parere, dovrebbe rimanere super partes.
Penso che smetterò, a malincuore, di
acquistare il Corriere e mi auguro lo
facciano altri lettori, almeno finché lei ne
sarà direttore.
Mi aspetto comunque che in caso di successo
elettorale della destra lei, coerentemente,
rassegni le dimissioni.
Saluti |
|
PS: Certamente questa lettera non approderà
nella pagina dei lettori, a conferma di
quanto sopra scritto. |
|
LETTERA DI RISPOSTA DI PAOLO MIELI |
09 marzo 2006 |
|
Caro lettore,
La
ringrazio per la e-mail e per l’opinione
ancorché critica che ha voluto esprimere.
Spero che con un’ulteriore riflessione Lei
possa apprezzare una scelta di trasparenza
che accomuna il Corriere a tutti i più
grandi giornali del mondo libero. E questo
le assicuro conta più di un’indicazione di
voto per Berlusconi o Prodi.
Un cordiale saluto.
Paolo Mieli |
|
NOTA: Da oggi in poi non ci saranno più
lettere pubblicate dal Corriere della Sera
poiché, coerentemente con quanto sopra
scritto, ho smesso di comperare il Corriere,
almeno fino a quando non cambierà qualche
cosa nella sua direzione. |
|
A distanza di mesi, alla luce degli ultimi
sviluppi, ho nuovamente scritto al Corriere |
LETTERA ALLA REDAZIONE DEL
CORRIERE
Mielilungimiranza |
23 agosto
2006 |
|
sono un
ex lettore del Corriere a causa della
presa di posizione del vostro direttore
in occasione delle ultime elezioni.
In
risposta al mio netto dissenso avevo
ricevuto questa lettera (vedi sopra)
A
distanza di tempo ed alla luce di
"ulteriori riflessioni" e dei fatti
recenti, sono arrivato alla conclusione
che la lungimirante presa di posizione
del Signor Mieli, oltre alla perdita di
lettori a favore di Libero e del
Giornale (ed io sono uno di loro) si è
risolta con uno schiaffo in faccia da
parte di coloro che aveva contribuito ad
eleggere (Padoa Schioppa non è stato
eletto, ma Visco la pensa come lui).
Complimenti.
Se
a questo aggiungiamo la sua attuale
precaria posizione in seno al Consiglio
di Amministrazione che, probabilmente,
porterà al suo cambio di attività, ho la
conferma che la mia affermazione "la
presunzione ha preso il sopravvento ..."
era più valida della sua
giustificazione. Resto quindi in attesa
che si compia l'inevitabile per poter
essere uno dei pochi che torna sui suoi
passi riprendendo ad acquistare il
Corriere.
Nel
frattempo esorto il Signor Mieli a fare
"ulteriori riflessioni" sul suo operato
ed a valutare quanto sia stata
apprezzata "la trasparenza (?) che
accomuna tutti i più grandi giornali del
mondo libero".
PS: Mi
sono visto costretto ad inserire
d'ufficio il Signor Mieli nella
pagina "La Bilancia..." che ho aperto
sul mio sito
www.flavioberlanda.net
|
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|
BAMBINI
DI SINISTRA - CLAUDIO BISIO |
|
LETTERA INVIATA A CLAUDIO
BISIO
|
05 marzo 2006 |
|
Carissimo Claudio, |
oggi il giornale Libero ha pubblicato una
mia lettera che ti riguarda. Siccome, come
credo, non avrai occasione di leggerla,
poiché le tue letture sono altre, ti invio
il testo che sicuramente, con il tuo senso
dell'humor, troverai molto simpatica.
Cordiali saluti
Flavio Berlanda - Bologna |
(segue il testo della lettera) |
"Nel suo spettacolo Bisio ci racconta che i bambini
sono di sinistra. Sono d'accordo con lui. Ma
li considero di sinistra non solo perchè
sono sognatori e pieni di illusioni, ma
perchè normalmente i bambini sono egoisti e
prepotenti e pensano di avere sempre
ragione, di aver diritto a vedere
soddisfatte tutte le loro richieste e di
poter ottenere ciò che vogliono con la forza
o con il ricatto morale. Poi però, con la
crescita e la conoscenza, capiscono che non
possono avere il mondo come piace a
loro, che le cose devono essere meritate e
guadagnate e non ottenute con la prepotenza,
comprendono che il loro non è l'unico
pensiero giusto ma che bisogna rispettare
anche i diritti e le opinioni altrui.
Diventano insomma adulti consapevoli e
responsabili. Ma non tutti purtroppo.
Alcuni, come Bisio, non crescono mai e
restano per tutta la vita bambini di
sinistra." |
|
LETTERA DI RISPOSTA DI
CLAUDIO BISIO
|
05 marzo 2006 |
|
Grazie per la segnalazione. Mi chiedo
soltanto se l’hai spedita anche ad altri
giornali che non te l’hanno pubblicata o
l’hai mandata direttamente a “Libero”.
Ovviamente, conoscendo quel giornale, per
loro nel tuo pezzo c’è poca ironia o “senso
dell’humor” come lo chiami tu, ma
semplicemente polemica e un pizzico di
campagna elettorale.
Con affetto,
Claudio. |
|
LETTERA DI REPLICA A
CLAUDIO BISIO |
05 marzo 2006 |
|
Scusa se mi permetto di replicare alla tua
risposta, ma la stessa mi conferma quanto ho
precedente affermato. Tu non entri nel
merito delle mie affermazioni, ma ti limiti
ad un infantile "è stato prima lui".
Con tutta la simpatia che ho nei tuoi
confronti vorrei dirti che c'è scarsità di
buoni attori comici ed abbondanza di
politici stupidi. Ti esorto quindi a
continuare nel tuo mestiere ed a lasciar
perdere la politica.
Cordiali saluti |
PS: normalmente invio le mie lettere anche
al Corriere ma al momento questa non è stata
pubblicata. |
|
ALTRA LETTERA DI CLAUDIO
BISIO |
05 marzo 2006 |
|
“I bambini sono di sinistra” è una
frase che ho preso in prestito da Gianni
Rodari, poeta per l’infanzia (e non)... E il
monologo, come ben avrai intuito, è una
citazione/parafrasi del ben più noto
monologo di Giorgio Gaber: “Qualcuno era
comunista”. Tutto si può dire di Gaber (io
l’ho amato e lo ritengo un maestro) tranne
che fosse comunista.
Come vedi io cito poeti, cantautori,
comunque artisti, e immodestamente cerco di
emularli, e tu mi parli di politica, cosa
che non mi appartiene e invece mi risulta
“Libero” faccia ampiamente, e non è affatto
un demerito, semplicemente è un’altra cosa.
“I bambini sono di sinistra”
spettacolo, tra l’altro, ripeteva la
struttura di un altro disco che io ho amato:
“Storia di un impiegato” di Fabrizio De
André, altro poeta per me irraggiungibile,
ma al quale penso spesso quando scrivo un
mio spettacolo...
Insomma, parla pure male di me e dei
miei spettacoli, ma non dire che sono
propaganda politica, perché non è così.
Claudio. |
|
LETTERA FINALE A CLAUDIO
BISIO |
05 marzo 2006 |
|
Non mi permetto di parlare male di te e dei tuoi
spettacoli che trovo anzi divertenti.
Se erroneamente ho ravvisato una forma di
propaganda politica di parte, me ne scuso.
Sai, è un luogo comune mai smentito, che la
maggior parte delle persone di spettacolo
sia di sinistra. Cosa che non ho mai capito,
visto che l'individualismo è alla base del
loro successo e determinante per la loro
carriera.
In bocca al lupo per il tuo lavoro.
Flavio Berlanda |
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PRODI
COMANDA MA NON DECIDE |
E I MINISTRI PARLANO A VANVERA |
|
Il ministro Alessandro Bianchi ha
aperto bocca e ha provocato il finimondo
|
26 maggio 2006 |
|
lettera pubblicata da
|
|
ho letto la prima
dichiarazione del neo-ministro dei Trasporti
Alessandro Bianchi sull'opportunità di
realizzare il Ponte sullo Stretto. Il
ministro ha parlato di un progetto «stupido
e dannoso». Considerando che si è appena
insediato e che probabilmente non conosce a
fondo il problema, mi sorprende la sua
mancanza di rispetto e la sua
superficialità. Mi risulta infatti che tale
progetto sia stato approvato e finanziato a
livello europeo e che molti specialisti
abbiano espresso parere favorevole anche in
considerazione del pericolo sismico e
dell'impatto ambientale. In conclusione ritengo che in questa
faccenda se c'è un fattore "stupido e
dannoso", questi sia proprio lui. |
|
Risponde Mattias Mainiero |
|
Beh,
per la verità anch'io penso che il Ponte
sullo Stretto sia un'opera costosa e
inutile, almeno fino a quando non sarà:
accompagnata da una decente rete
autostradale e ferroviaria, da acquedotti e
da tutto ciò di cui ha bisogno la Sicilia.
Ma io parlo a titolo personale, rappresento
me stesso.
Se dico che il Ponte non si dovrebbe
costruire, che bisognerebbe spendere i
(pochi) soldi a disposizione per opere più
urgenti, la storia rimane li o al massimo si
apre un dibattito fra i lettori.
Alessandro Bianchì è un ministro della
Repubblica italiana, e le cose cambiano. Un
ministro dovrebbe pesare le parole, sapere
che le sue dichiarazioni hanno inevitabili
conseguenze. E invece guardi cosa è
successo. In tre giorni tre, Bianchi è
riuscito ad inanellare tre giudizi uno più
dannoso dell'altro. Aveva appena giurato al
Quirinale e subito ha cominciato col Ponte
che non si deve costruire perché lo dice lui
che è un esperto.
E le azioni delle società interessate alla
costruzione del Ponte hanno preso una bella
botta in Borsa. Poi è passato dal mare al
cielo: l'Alitalia non va bene e i vertici
dovrebbero essere cambiati. L'Alitalia si è
inabissata in Borsa. Infine se l'è presa con
le Ferrovie e l’Anas. S'è fatto tutti i
trasporti. Non è un ministro, è una valanga
di dichiarazioni inopportune.
E gli altri uomini di Prodi non sono da
meno.
Rosy Bindi, cattolica, ha detto la sua sui
Pacs e si è fatta bacchettare dal Vaticano,
Livia Turco, non volendo sfigurare, ha
disquisito di pillola abortiva e ha
suscitato, un pandemonio. Vincenzo Visco ha
esposto i suoi progetti in materia di tasse
e prelievi vari e gli italiani sono entrati
nel panico. Paolo Ferrero ha smantellato la
Bossi-Fini di fatto sostituendola con una
sanatoria. Critiche generalizzate.
Alla fine Romano Prodi è stato costretto a
correre i ripari: «Cari ministri, tappatevi
la bocca». Inutile: la frittata era già
fatta e gli italiani avevano già capito.
Sintesi del ragionamento popolare: il
Professore non se lo fila nessuno, e non
perché i ministri, per smania di
protagonismo e visibilità, tendono a
fare da soli.
Perché questi, caro Berlanda, sono
professionisti della politica, sono
cresciuti a pane e segreterie, sezioni,
circoli, comitati e congressi. Nel loro Dna
c'è il gene dell’appartenenza al gruppo e
spesso al gruppuscolo. È uomini così
rispondono prima al loro partito e poi al
premier. Il che significa che Prodi comanda,
ma non decide. E significa anche che il
governo della serietà, smaltita l'euforia
iniziale, sarà serio e puntuale soprattutto
nei litigi.
Vuole una previsione? Niente Ponte di
Messina. Prima dei progetti a cadere sarà il
governo. |
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QUANTO
CI COSTANO LE GUERRE??? |
Dal blog di BEPPE GRILLO di Brooklyn |
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Quanto spendiamo NOI ITALIANI per le
missioni militari? - Marcello Pamio e
Rosanna Sapori - 19 maggio
2006 |
|
Tutti sono a conoscenza che il mondo sta
passando oggi una profonda e generalizzata
crisi economica! Qui nel Bel Paese i segnali
di tale disagio sono lapalissiani: aste di
BOT disertate da risparmiatori e addetti ai
lavori (segnale inquietante che sta a
indicare la perdita di fiducia nei confronti
di uno stato insolvente), il debito in
costante crescita che preoccupa non solo gli
osservatori europei ma costringe addirittura
le agenzie di rating a minacciare il nostro
declassamento. Nell'Eurolandia, qualche
economista parla addirittura di un'uscita
dell’Italia dalla zona euro, o tuttalpiù
della suddivisione dell'Europa in due zone
distinte: una con l'euro forte (con
Germania, Francia, ecc.) e l'altra con
l'euro debole (con Spagna, Italia, ecc.)
Questo tanto per farvi comprendere qual è la
situazione economica odierna! Ma non è una
cosa misteriosa questa, visto che sempre più
famiglie non arrivano a fine mese! Per non
parlare del caro-benzina o caro-petrolio che
sta provocando la lievitazione dei prezzi
dei trasporti e dei prodotti al consumo
(quasi tutto viaggia su gomma). E' d'obbligo
a questo punto aprire una parentesi
geopolitica, perchè se nei prossimi giorni
la colazione anglo-israelo-americana farà
quello che i poteri forti stanno chiedendo
loro di fare: l'intervento armato in Iran,
sicuramente la benzina a 1,3 euro per litro
sarà un triste ricordo. L'Iran è un membro
dell'OPEC e in caso di attacco
ingiustificato potrebbe chiudere i propri
rubinetti, provocando un aumento devastante
del costo del greggio. (continua) |
|
LETTERA INVIATA
|
|
Carissimi Marcello e Rosanna,
scorrendo il blog di Grillo ho letto del
vostro gruppo di Brooklyn e mi ha
incuriosito il pezzo riguardante le spese di
guerra.
Immagino che voi viviate in USA perchè
dipingete una situazione italiana in piena
crisi economica con famiglie alla fame che
io, che ci vivo, non vedo.
In un primo momento ho pensato che foste i
soliti disfattisti che parlano a vanvera, ma
poi ho pensato che forse era meglio
rassicurarvi per non farvi vivere con questa
angosciante convinzione.
Per quanto invece riferite sulla situazione
a livello internazionale, non c'è dubbio che
ci sia da preoccuparsi, ma mi sembra che
stiate scambiando le parti. Come sapete il
costo del petrolio è pari a zero per cui
sarebbe da valutare seriamente l'ipotesi di
dare termine a questo ricatto da parte
dell'OPEC che dura da un secolo. Visto che
siete in vena di calcoli, mi sapete dire
quanti miliardi di miliardi di dollari hanno
incassato i paesi arabi da quando il
petrolio è diventato una merce e quanti di
questi sono stati utilizzati per migliorare
il tenore di vita delle rispettive
popolazioni o per le popolazioni
sottosviluppate del resto del mondo? E' cosa
nota che con i petroldollari si stanno
comprando un po' alla volta tutto
l'occidente. E quello che avanza lo usano
per distruggere le nostre istituzioni.
Pensate che il disarmo sia la soluzione
migliore?
Dal tono con cui scrivete ho l'impressione
che non abbiate tanti anni e tanta
esperienza. Forse vi farebbe bene conoscere
le realtà di cui parlate in modo diretto e
personale. Chissà che possiate scorgere un
altro punto di vista.
Dite che i soldi che si spendono per gli
eserciti potrebbero essere impiegati meglio?
Certamente. Ma questo problema esiste fin
dal primo insediamento umano della
preistoria. Non si attendeva voi per farlo
conoscere. Se si considera che nei millenni
abbiamo avuto anche persone molto
intelligenti e responsabili ed ancora il
genere umano sperpera per questo ingenti
patrimoni, significa che non è stato trovato
niente di meglio. Le armi e la guerra sono
state inventate dall'uomo per difendersi
..... dalla natura umana, che non sempre ne
ha fatto buon uso.
Se però voi oltre ad insegnare agli altri
ciò che debbono fare siete in grado di fare
personalmente qualche cosa per migliorare la
situazione mondiale, coraggio, dedicateci la
vita e chissà. Altri ci hanno provato con
modesti risultati. Forse voi potreste essere
gli eletti.
Cordiali saluti
Flavio Berlanda - Bologna
PS: In Italia al momento non abbiamo gente
che a fine mese chiede un pezzo di pane per
strada. Il caro benzina non ha impedito a
milioni di stolti di intasare le autostrade
nei fine settimana vacanzieri. I BOT sono
debiti dello stato fatti quando i nostri
governi potevano spendere senza limiti,
coprendo i debiti con quei pezzi di carta.
Se ora non li comprano forse significa che
non conviene perchè il rendimento è quasi a
zero. Sembra che l'ottanta per cento degli
italiani sia proprietario della casa in cui
abita. Questi sono beni di investimento, non
i BOT. E se proprio non riescono a venderli,
meglio. Incomincino a ridurre gli sprechi e
a eliminare i migliaia di parassiti
mantenuti dalla comunità e con i pezzi di
carta ci si puliscano il ..... |
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|
IL PENSIERO EBRAICO |
|
Articolo pubblicato sul sito del
Gruppo Studi Ebraici di Torino |
|
UN VOTO RESPONSABILE |
Nell’ultimo numero di Hakeillah
abbiamo invitato i nostri lettori a
negare le loro fiducia ad una maggioranza
che per cinque anni ha dedicato la maggior
parte del suo tempo a tentare di distruggere
lo Stato di diritto e a delegittimare la
magistratura.
Non possiamo ora che esprimere la nostra
soddisfazione per l’esito di una campagna
elettorale nella quale abbiamo visto in
pericolo i nostri diritti fondamentali: quei
diritti che ci eravamo conquistati nel
Risorgimento, che sono stati riconquistati
con la Resistenza e con la Costituzione del
1948 e che l’esito delle elezioni del 9-10
aprile di quest’anno ha consolidato.
Ritorneremo ancora in futuro su questo tema
che ci ha visti in prima linea nella
battaglia elettorale e che ci vedrà ancora
in prima linea nella battaglia in difesa
della Costituzione che il Parlamento ora
sciolto avrebbe voluto cancellare e in
difesa della laicità dello Stato che i laici
devoti del centro destra avrebbero voluto
calpestare. |
|
NOTA: "Ha
Keillah" (La Comunità) è un bimestrale,
organo del Gruppo di Studi Ebraici di
Torino, che si occupa di vita, storia,
pensiero, tradizioni, istituzioni, cultura
ebraica. |
|
Lettera inviata alla COMUNITA’ EBRAICA
|
10 giugno 2006 |
|
Una lettera pubblicata sul quotidiano Libero mi ha
indotto a visitare il vostro sito ed in
particolare a leggere gli articoli Daienu?
di Emilio Jona e Un voto responsabile di
H.K. Io sono da sempre filo israeliano e
cerco di difendere la causa ebraica da tutti
i pregiudizi e dalla falsa informazione.
Sono anche sempre stato convinto che le
fondamenta della cultura ebraica non abbiano
nulla da condividere con l'ideologia
comunista. Ma leggendo quegli articoli mi
sembra di scorgere un fanatismo che avevo
riservato ai palestinesi ed ai terroristi.
Che mi sia sbagliato? Non oso pensare che le
aberranti farneticazioni del nazismo abbiano
avuto qualche fondamento. Trovo perciò del
tutto assurdo l'osannare alla conquista del
potere in Italia della coalizione che
comprende i partiti comunisti di estrema
sinistra. Come voi ben dovreste sapere, il
comunismo ha preceduto Hitler nella
persecuzione degli ebrei ed i partiti di
sinistra sono decisamente dalla parte dei
palestinesi. Vi auguro di non scoprire mai
cosa si nasconde sotto la facciata di
buonismo che maschera i partiti di estrema
sinistra. So che questa lettera mi attirerà
i vostri insulti, ma spero sempre che il
buon senso e la riflessione, uniti ad un
approfondimento della storia meno
superficiale, porti per lo meno alla
moderazione.
Cordiali saluti
Flavio Berlanda - Bologna |
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|
GRILLO DAL DIPENDENTE
PRODI |
|
Titolo apparso sul sito internet
WEBMASTERPOINT |
12 giugno 2006 |
|
|
Beppe Grillo consegna a Prodi un documento
realizzato dagli utenti di Internet con
numerose richieste.
E Romano Prodi lo prende sul serio... |
|
Lettera inviata a WEBMASTERPOINT |
|
Lei veramente crede a quello che scrive, oppure è
un riporto di routine?
Le dico questo perché del fatto che Prodi lo
abbia preso sul serio, dubito molto.
Sappiamo che quando non è infastidito, dà
ascolto seriamente a tutte le istanze con un
faccione molto compunto, dando l'impressione
all’interlocutore di trovarsi davanti alla
persona giusta.
Logicamente Prodi, nella sua immensa
presunzione, considera Beppe Grillo non
molto di più di un pagliaccio e lascerà
decantare la sua iniziativa fino al completo
oblio.
A quel punto mi piacerebbe vedere Grillo a
licenziare Prodi e la sua compagnia
comunista.
Finalmente potrebbe toccare con mano e con
faccia cosa si cela dietro il buonismo dei
compagni.
Cordiali saluti
Flavio Berlanda - Bologna |
|
Risposta di WEBMASTERPOINT |
13 giugno 2006 |
|
Buongiorno,
mi sono
limitato a riportare un fatto di cronaca,
così come hanno fatto altri giornali come il
Corriere della Sera o La Stampa.
Se nei miei
articoli dovessi scrivere che cosa penso
delle persone riceverei una querela alla
settimana.
La ringrazio
per avermi scritto
Michele Basso
(Direttivo Provinciale Forza Italia -
Udine)
:-) |
|
Replica a WEBMASTERPOINT |
|
Egr. Signor Basso,
le avevo scritto di impulso per la frase "E
Romani Prodi lo prende sul serio..." perchè
mi sembrava un elogio alla serietà dello
stesso.
Mi sono sbagliato. Vedo dalla sua firma che
partiamo dallo stesso punto di vista e
questo mi fa piacere.
Cordiali saluti
Flavio Berlanda - Bologna |
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Ho letto la sua risposta del 7 maggio ad un lettore di Repubblica fedelissimo veltroniano che, dopo 15 anni, si è accorto che la sinistra cerca di realizzare un progetto di Fini e constata che la politica del buonismo, dell'accoglienza e della tolleranza della sinistra porta solo al disfacimento della nostra società.
Lei ammette che non tutti i programmi della destra sono da buttare, solo che impegni tanto delicati non possono essere lasciati nelle loro mani poiché verrebbero assolti con "brutalità cieca".
Forse non ha ben chiara la situazione italiana: per cinque anni abbiamo avuto un governo di centro destra ed attualmente comuni, province e regioni sono governate da maggioranze analoghe. Non mi risultano episodi di brutalità cieca nell'attuazione dei programmi politici. Evidentemente, signor Augias, le sue affermazioni denotano forti pregiudizi ed incapacità di adeguamento mentale al tempo che scorre. La sua visione del liberalismo unito al rispetto delle regole è legata a vecchi stereotipi che non le permettono di vedere la realtà.
Proprio sul numero di Repubblica in cui scrive sono citati due fatti che evidenziano chiaramente come le squadracce fasciste siano attualmente formate solo da elementi che militano nell'estrema sinistra, compresi i partiti di governo: l'assalto a Segni che legittimamente e democraticamente raccoglie firme per un referendum e l'incendio di 730 automobili in Francia a seguito dell'elezione di Sarkozy.
Lei crede che se avesse vinto la Royal sarebbe accaduti fatti analoghi da parte della destra sconfitta?
Cordiali saluti